In provincia di Treviso vivono circa 445.000 donne, di queste circa 141.000 hanno meno di 34 anni e 115.000 sono over 65 (22.000 ne hanno più di 85). L’aspettativa di vita alla nascita è di 86,5 anni, una delle più alte d’Italia, e supera di circa 4 anni quella degli uomini, che si attesta a 82,3 anni.
Il 70% delle donne intervistate risponde “Bene” o “Molto bene” alla domanda “Come va in generale la sua salute?” (ultimi dati PASSI 2021-2023), mentre negli uomini questa percentuale sale all’80%. Tuttavia, tra i fattori che influiscono su questa percezione vi è la salute psichica: l’8% delle donne tra i 18 e i 70 anni dichiara di soffrire di sintomi depressivi, contro il 5,5% degli uomini. Inoltre, il 47% delle donne riferisce di aver avuto problemi psicologici nell’ultimo mese, rispetto al 38% degli uomini. Un aspetto rilevante è che il 70% delle donne chiede aiuto per affrontare questi problemi, a differenza degli uomini, che lo fanno solo nel 50% dei casi.
Le donne, in generale, adottano comportamenti più favorevoli alla salute. Rispetto agli uomini, fumano meno, bevono meno alcolici a rischio, sono meno soggette a sovrappeso e obesità e partecipano in misura maggiore agli screening di prevenzione, come quello del colon-retto. Anche la vaccinazione contro l’HPV è più diffusa tra le donne rispetto agli uomini. L’unica eccezione riguarda l’attività fisica: una percentuale inferiore di donne pratica movimento ai livelli raccomandati rispetto agli uomini (44% contro 62%). Questo fenomeno è in parte il risultato di una minore attenzione storica verso l’attività fisica femminile, ma potrebbe anche essere legato al carico familiare che grava sulle donne, limitando il tempo da dedicare a sé stesse.
Il divario di attenzione alla salute tra uomini e donne è evidente anche nel comportamento alla guida. Gli uomini sono più esposti a incidenti stradali gravi, con una media annua di 48 decessi contro i 15 delle donne. Inoltre, perdono mediamente 1.304 anni di vita per incidenti stradali, rispetto ai 414 anni persi dalle donne. Anche le abitudini di guida differiscono: il 10,3% degli uomini guida in stato di ebbrezza, contro il 2,8% delle donne. Le sospensioni di patente per alcol o droga nel 2024 sono state 953 tra gli uomini, contro 219 tra le donne. Inoltre, le donne utilizzano con maggiore frequenza la cintura di sicurezza posteriore.
Le abitudini meno salutari degli uomini si riflettono sulla loro salute complessiva. La mortalità precoce, ovvero prima dei 75 anni, è molto più elevata tra gli uomini, con 3.669 decessi rispetto ai 2.105 delle donne. L’incidenza dei tumori è superiore negli uomini (6,5 ogni 1.000 abitanti) rispetto alle donne (5,1 ogni 1.000 abitanti). Anche i ricoveri per malattie cardiocircolatorie e respiratorie sono più frequenti negli uomini.
Se gli uomini adottassero gli stessi comportamenti salutari delle donne, si otterrebbero benefici significativi per la salute pubblica. Ci sarebbero 32.000 fumatori in meno, 50.000 bevitori a rischio in meno, 38.000 persone in meno in condizione di sovrappeso o obesità, 10.000 adesioni in più allo screening per il tumore del colon-retto e 400 vaccinazioni HPV in più. Inoltre, si ridurrebbero di 33 i morti per incidente stradale ogni anno, con 2.669 anni di vita risparmiati per incidenti stradali, 22.000 casi in meno di guida in stato di ebbrezza, 734 patenti sospese in meno per alcol e droga e 25.000 persone in più che utilizzano la cintura di sicurezza posteriore. Dal punto di vista sanitario, si eviterebbero 600 decessi precoci ogni anno, 500 tumori in meno, 2.200 ricoveri in meno per malattie cardiocircolatorie e 1.700 ricoveri in meno per malattie respiratorie.
“Esistono differenze importanti tra uomini e donne negli stili di vita e nella distribuzione delle malattie” – sottolinea il dr. Mauro Ramigni, responsabile dell’Unità operativa di Epidemiologia dell’Ulss 2. “Queste differenze sono spesso date per scontate, ma non sono naturali. Sono dovute in gran parte a un sistema sociale squilibrato, che penalizza le donne ma che, paradossalmente, porta gli uomini ad adottare comportamenti più pericolosi per la salute.”
Anche la disparità economica gioca un ruolo: in provincia di Treviso, le donne guadagnano in media 9.700 euro in meno rispetto agli uomini, secondo i dati ISTAT. “In occasione della Giornata Internazionale della Donna, è importante riflettere su queste differenze comportamentali e sull’impatto che hanno sulla salute di tutta la comunità” – afferma il direttore generale Francesco Benazzi. “Il superamento degli stereotipi è essenziale per costruire una società più equa, in cui diritti, responsabilità e salute non dipendano dall’essere nati maschi o femmine.”
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
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