Tanta gente ieri alla presentazione del nuovo libro dell’ex magistrato Carlo Nordio nella grande sala di Palazzo dei Trecento a Treviso.
All’evento, condotto da Roberto Papetti, direttore del Gazzettino, è intervenuta anche l’onorevole Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia Viva alla Camera dei Deputati; presenti anche il sindaco di Treviso, Mario Conte, insieme a diverse autorità del Comune e della Provincia di Treviso.
Il libro, pubblicato da Edizioni Guerini e Associati, si intitola “Giustizia. Ultimo Atto. Da Tangentopoli al crollo della magistratura”, e affronta il tema del ruolo della magistratura in Italia.
“A trent’anni da quella rivoluzione giudiziaria e politica che fu Mani Pulite – commenta l’autore -, al 17 febbraio 1992 risale l’arresto di Mario Chiesa, atto di inizio ‘ufficiale’ dell’inchiesta, il ripristino della legalità si conferma un’illusione. I rimedi si sono rivelati peggiori dei mali: gli ultimi scandali emersi, dal caso Palamara alla Procura di Milano, hanno accresciuto la sfiducia dei cittadini nei confronti dei magistrati. Le centinaia di migliaia di firme raccolte per il referendum sono il segno inequivocabile di una volontà civica di ribellione: occorre una rivoluzione copernicana della Giustizia, perché il tempo sta per scadere”.
“Questa rivoluzione è possibile a livello normativo con una nuova Costituente – continua Nordio -, perché la nostra Costituzione è incompatibile con il Codice di procedura penale, che infatti è stato demolito varie volte proprio dalla Corte Costituzionale. Poi bisogna cambiare il Codice Penale perché quello che abbiamo, quello che prevede i delitti e le pene, è del 1930 ed è firmato da Benito Mussolini e Vittorio Emanuele III: questo la dice lunga sulla vetustà del nostro sistema”.
“Una parte degli interventi previsti a livello strutturale riguarda il sistema penitenziario – commenta l’onorevole Boschi – C’è sicuramente un tema legato anche all’edilizia carceraria perché sappiamo che alcune strutture sono sicuramente superate, non solo in termini di spazi ma anche di capacità di accoglienza. Oltre al sovraffollamento, si tratta di strutture che sono vecchie nelle quali, in alcuni casi, non vengono garantite delle condizioni dignitose per i detenuti”.
“Sicuramente c’è una parte che guarda all’edilizia – continua – e ovviamente una che accompagna il Pnrr che è quella delle riforme che sono connesse agli investimenti economici, comprese ovviamente quelle della giustizia. Il libro del dottor Nordio mette in luce proprio come Tangentopoli abbia segnato in qualche modo una sconfitta da un lato per la magistratura, perché forse abbiamo poi assistito ad una fase anche di sfiducia dei cittadini nei confronti della magistratura, che invece nella fase di Tangentopoli aveva avuto un grande credito e un grande consenso per l’operazione che aveva portato avanti in quel momento”.
“In parte è anche una sconfitta per la politica – conclude – che è come se avesse fatto un passo indietro rispetto alla magistratura. Questa è un po’ la tesi che coinvolge tutta questa analisi di trent’anni del presidente Nordio”.
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