Pubblico delle grandi occasioni ieri mercoledì pomeriggio nella sala di Palazzo dei Trecento a Treviso per la presentazione di “Ragioniamo sopra. Dalla pandemia all’autonomia”, il libro del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, pubblicato nel mese di novembre 2021.
Oltre al sindaco di Treviso Mario Conte, erano presenti anche il direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi, il prefetto Angelo Sidoti, il questore Vito Montaruli, il colonnello Gianfilippo Magro, comandante provinciale dei Carabinieri, insieme ad altri amministratori pubblici e persone comuni.
A dialogare con Zaia c’era un moderatore d’eccezione, l’ex magistrato Carlo Nordio, che conosce da anni il governatore del Veneto.
“Da cittadino dico grazie al presidente Zaia – ha affermato Conte durante i saluti iniziali – Cosa sarebbe successo senza il presidente durante l’emergenza Covid? Grazie anche da parte di tutta la comunità dei sindaci. A volte, presidente, facciamo fatica a starti dietro”.
Prima dell’inizio del dialogo tra Zaia e Nordio, il pubblico ha potuto ammirare un video con le bellezze del Veneto e dei 9 siti Unesco della Regione.
“Il mio libro non è un diario del Covid – ha spiegato Zaia – Ho utilizzato la storia di mio nonno, emigrato negli Usa, per portare riflessioni attualissime. Ora siamo in un momento dove l’odio sociale pesa molto nella comunità e si rischia che, questo, pregiudichi molte azioni nella nostra società”.
Incalzato da Nordio, il presidente si è soffermato sull’importanza della “lingua veneta” e sull’eccesso di leggi e formalismi che rallentano l’economia e il processo decisionale di chi amministra la cosa pubblica.
“Se durante l’emergenza Covid avessimo rispettato il prontuario saremmo rimasti fermi – continua – Se vuoi essere in regola con le carte porti tutto alla paralisi. Per fare una bottiglia di vino servono 46 adempimenti amministrativi, non è possibile. La prima riforma da fare è una riforma culturale, bisogna ripartire dalla base”.
Zaia ha parlato anche del primato della sanità veneta, dicendo che, quando è arrivato in Regione, ha deciso che la quota di “privato” dovesse rimanere al 12%.
“Quando hai troppo privato non la governi più la sanità – ha commentato – La sanità del futuro è sempre più specialistica perché quella generalista serve male i pazienti e crea debito. In Veneto utilizziamo le attrezzature di diagnostica più importanti al mondo. Rispetto alle vaccinazioni, ho sempre detto che se uno non vuole vaccinarsi è giusto che non si vaccini. Però guardo i dati e ci vuole rispetto per le persone che hanno perso la vita durante la pandemia, e non sono morte perché non le abbiamo curate a casa come dicono alcune persone”.
Il governatore ha aggiunto che l’emergenza Coronavirus ha dimostrato che parte della comunità vive in modo anarchico l’imposizione delle regole.
La presentazione del libro si è conclusa con un commento sul percorso per raggiungere l’autonomia del Veneto e sulla sfida rappresentata dalle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.
“Sono passati 4 anni, due con il Covid, e quattro governi – ha affermato Zaia – Oggi siamo a buon punto perché c’è una legge quadro che dovrebbe andare in Parlamento con le linee guida per l’intesa. Per noi la legge dovrà contenere la norma finanziaria e, se rispetterà le osservazioni che abbiamo fatto, la sottoscriveremo. Noi non abbiamo rinunciato all’autonomia, è prevista dalla Costituzione”.
“Con il Pnrr il 40% delle risorse va al Sud – conclude – Ben venga, se serve per realizzare progetti per la popolazione, ma siamo molto preoccupati per il rischio che le risorse finiscano nei canali della ‘mala gestio’ o in investimenti inutili. Le Olimpiadi invernali ci permetteranno di rilanciare le Dolomiti e si vedono già gli investimenti. Ai sindaci dico di creare eventi collegati a questa importante manifestazione. Il Veneto è la più bella Regione del mondo: abbiamo tutte le tipologie di destinazioni turistiche a meno di due ore di distanza fra di loro”.
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