Sostenibilità fa rima con opportunità. Lo hanno sperimentato le venti imprese artigiane coinvolte nel progetto “Misurare, praticare e comunicare la sostenibilità”, promosso da Confartigianato Imprese Marca Trevigiana in collaborazione con la Fondazione Ca’ Foscari.
“Ne è emersa la propensione delle micro e piccole imprese ad avviare percorsi volontari di sostenibilità, dimostrata dall’adesione di aziende appartenenti a settori produttivi differenti: metalmeccanica, moda, Itc e alimentare”, ha sottolineato il vicepresidente Loris Balliana.
Un progetto cadenzato in fasi, centrato soprattutto su laboratori e spazi di confronto, che ha riservato più di una sorpresa, come testimoniato dagli artigiani Michele Caoduro di MT Camini e Mario Baggio della Sagotec nell’incontro di mercoledì scorso, svoltosi nella sede di Confartigianato in piazza delle Istituzioni a Treviso.
Il punto di partenza è stata l’analisi della strategia aziendale rispetto alla sostenibilità, il valore del saper comunicare i propri punti di forza e la presa di coscienza degli impatti che l’azienda ha su dipendenti, investitori, consumatori e ambiente. Ne è scaturito, per ciascuna realtà, l’identikit del proprio consumatore futuro, proiettato su un arco temporale di tre-cinque anni.
“Non si è trattato di un esercizio teorico – spiega Loris Balliana – ma di uno strumento concreto, immediatamente utilizzabile dall’impresa, per ottimizzare i prodotti, rendere più efficienti i processi aziendali e meglio definire i propri target di mercato. Gli imprenditori artigiani sono stati così aiutati a focalizzare i vincoli considerandoli in chiave di opportunità di crescita. Da qui l’esigenza dell’Associazione di continuare a fornire percorsi di consulenza personalizzati e di allargare la platea delle imprese coinvolte”.
Il progetto ha toccato i diversi ambiti della sostenibilità, dall’impronta di carbonio al ciclo di vita dei prodotti e dei servizi, dalla responsabilità sociale a una visione globale della propria strategia d’impresa, dal piano dei conti alla reportistica. Il tutto coordinato sulle tre domande chiave: cosa cambiare, in cosa cambiare e come cambiare?
“Il radicamento dell’artigiano nella propria comunità favorisce la sensibilità verso la sostenibilità – ha concluso Balliana -. Non a caso il risultato più importante del progetto sono state le possibili traiettorie evolutive in termini di riposizionamento sul mercato e di diversificazione in risposta a un modello di business sostenibile. Si tratta di una sfida che mette in gioco la competitività del “sistema territorio” della Marca Trevigiana, in vista delle sempre più intense turbolenze dei mercati, locali e internazionali”.
Relatori dell’incontro-confronto con gli imprenditori di mercoledì, che ha tirato le fila del progetto incentrandosi sul tema della misurazione della sostenibilità per le imprese artigiane e pmi (e del valore che queste iniziative hanno nel dialogo con le filiere e gli istituti di credito), Silvia Breda, PhD Manager di WST – Studio Associato Servizi Professionali Integrati, Davide Boschiggia, facilitatore e designer di processo, Gaia Schileo, collaboratrice, e gli imprenditori Michele Caoduro (MT Camini) e Mario Baggio (Sagotec), che hanno portato la loro testimonianza diretta.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto: Alessandro Lanza)
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