“Sindaco per sempre”: l’addio a Genty tra canti, brindisi e applausi. La fan di Caserta e quella speranza degli Ultras…

Canti alpini, brindisi prima e dopo il funerale, applausi e pacche sulle spalle. È lontano dai primi banchi – dove il cerimoniale è stato rigoroso per via della presenza del vicepremier Matteo Salvini, del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del presidente della Regione Veneto Luca Zaia e della Lega Nord al gran completo – che si percepisce quanto Giancarlo Gentilini, il “Sindaco per sempre”, fosse amato dalla sua gente.

Matteo Salvini rende omaggio alla moglie di Gentilini

La bara, in semplice legno chiaro, è stata portata a spalla dagli Alpini, dentro e fuori la chiesa di San Nicolò. E proprio sul sagrato, alla fine della cerimonia, il feretro è rimasto per qualche minuto, avvolto subito dall’abbraccio sincero della sua Treviso. “È stato un grande sindaco” mormorano in tanti. C’è chi si è preso un giorno di ferie, chi è arrivato apposta da fuori regione, chi – approfittando di una visita ai parenti – è risalito dal Sud per non mancare all’ultimo saluto.

“Un funerale che rimarrà nella storia – racconta emozionata una donna arrivata da Caserta -. Ne ho sempre sentito parlare e, visto che dovevo venire a Treviso, ho voluto essere qui oggi”. Non potevano mancare nemmeno gli Ultras del Treviso Calcio, che all’ingresso e all’uscita della bara hanno srotolato un enorme striscione: “989 volte… Grazie Gentilini”.

Conte e Zaia con la famiglia di Gentilini

“È stato un grande sindaco –  ha commentato uno di loro, la voce rotta dall’emozione -. Possiamo rendergli omaggio in mille modi, ma il regalo più bello sarebbe la promozione”. Una frase detta a bassa voce, quasi a voler evitare di sfidare la scaramanzia – perché, si sa, anche davanti al nome di Gentilini certe cose non andrebbero dette.

I cori e i canti che hanno accompagnato anche il corteo per le vie della città sono iniziati ben prima dell’inizio del funerale. quando Maurizio Meneguz del gruppo Folkloristico Trevigiano ha letto ai presenti una poesia che aveva scritto per Gentilini: “Mai era serà in ufficio, ma per le strade a salutare la gente o a guardare i lavori che aveva in mente. El classico sindaco piazzarotto e con tutti un cicchetto e un gotto, ma sotto la sua legislatura la città era più sicura”.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto: Simone Masetto)
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