Mercoledì 3 maggio, in un’abitazione privata in vicolo Monsignor Breda a Paese, due coniugi, Lino Pestrin e Rosanna Trento, sono stati uccisi a colpi di pistola. Indiziato del delitto è Massimo Pestrin, fratello del primo e cognato della seconda.
Le Forze dell’ordine hanno trascorso un lungo pomeriggio sulla scena del crimine per tentare di ricostruire l’accaduto: nel tardo pomeriggio sono poi arrivati i parenti delle vittime, i fratelli di Massimo e Lino, oltre ai nipoti. Riepiloghiamo quindi per punti i dettagli che per ora sono stati raccolti dagli inquirenti.
La scena del crimine
Il casolare in questione, sede di un’azienda agricola di proprietà della famiglia Pestrin, è un vecchio rustico di grandi metrature, solo parzialmente utilizzato come residenza di alcuni dei fratelli. Si trova in una laterale di vicolo Monsignor Breda, in fondo a una strada sterrata che si imbocca nelle vicinanze dell’osteria di Carletto Dee Rode, al confine tra Paese e Quinto di Treviso. La proprietà è molto grande e comprende delle stalle, dove la famiglia alleva dei bovini.
Nel piazzale a fianco al vicolo la famiglia tiene due cani. Sul piazzale, oggi presidiato dalla Radiomobile e delimitato dai nastri dei Carabinieri, erano presenti anche mezzi agricoli, un’automobile, un furgone e alcune case mobili in legno. Passando da una pergola sul retro del caseggiato si accede alla stanza dove i due coniugi sarebbero stati uccisi: si tratta di una piccola sala da pranzo annessa alla cucina.
L’arma del crimine
Massimo Pestrin, il presunto omicida, avrebbe esploso una decina di colpi di pistola all’interno dell’abitazione. La pistola in questione, una Glock 17, è un’arma corta di fabbricazione austriaca molto diffusa in Europa e spesso assegnata d’ordinanza anche dalle agenzie di vigilanza privata: un caricatore Glock può alloggiare un massimo di 15 o 17 colpi e non è dotato di una sicura tradizionale, ma di un doppio grilletto che consente di evitare di sparare involontariamente. Oltre ai colpi esplosi, sul retro del caseggiato gli inquirenti hanno trovato e segnalato con i cartellini gialli tre munizioni inesplose.
La chiamata e gli interventi
La chiamata, una al 112 e una alla Questura, sarebbe arrivata prima delle 13 da due differenti segnalatori: i vicini, che hanno sentito tuonare una lunga serie di colpi di pistola e si sono allarmati, e lo stesso Massimo Pestrin, che si sarebbe costituito poco dopo aver sparato al fratello e alla cognata. Sul posto sono intervenute con tempestività la Radiomobile e varie pattuglie dei Carabinieri, dalla Compagnia di Montebelluna e dal Comando provinciale di Treviso.
Anche il Suem 118 è stato allertato, ma il personale sanitario giunto sul posto non ha potuto far altro che constatare la morte di Lino Pestrin e Rosanna Trento, colpiti fatalmente dai colpi di pistola. Il presunto responsabile è stato trasportato nei locali dell’Arma di Montebelluna per essere interrogato.
Nel frattempo, il Nucleo investigativo dei Carabinieri si è messo al lavoro per ricostruire la dinamica degli eventi. Verso le 16 è stata chiamata sul posto l’unità della Polizia mortuaria della Protezione civile di Montebelluna: le bare sono state caricate sulla cellula mortuaria per il trasporto all’obitorio.
I vicini di casa
La notizia dell’omicidio ha rapidamente raggiunto tramite passaparola anche i vicini di casa e i conoscenti, che si sono avvicinati per comprendere meglio cosa fosse avvenuto: inizialmente alcuni vicini hanno fatto confusione nel supporre i nomi delle due persone decedute. Sul posto, tra le 15.30 e le 16, sono arrivati anche i parenti delle due vittime (e di conseguenza del presunto omicida): sono entrati nella proprietà per confrontarsi con le Forze dell’ordine, restando nel cortile esterno della proprietà, lontani dagli occhi dei cronisti.
Il movente
Le indagini dei Carabinieri sono ancora in corso e non è stato possibile per gli inquirenti confermare un’ipotesi ufficiale: è stato tuttavia riportato che Massimo Pestrin aveva cambiato lavoro da pochi giorni, forse per un precedente licenziamento, e che era recentemente tornato nella casa di famiglia, in vicolo Breda, dove potrebbe aver avuto qualche controversia con il fratello.
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