A cinquanta chilometri da Venezia e a un centinaio dai leggendari “monti pallidi” si trovano le terre dei conti di Collalto, antica dinastia protagonista della millenaria storia della Marca Trevigiana.
Siamo in località le Mandre, toponimo risalente al XII secolo, nato dalla atavica consuetudine di radunare in questi spazi il bestiame proveniente dagli alpeggi e in procinto di raggiungere i mercati di Treviso e Venezia.
Dal 1700 le Mandre si arricchiscono di depositi di granaglie, stalle e, successivamente, spazi per la lavorazione del tabacco e l’allevamento dei bachi da seta. Oggi tanti secoli di lavoro, sapienza e tradizioni sono cristallizzati in un’ala dell’edificio che ospita il “Museo della vita e della civiltà contadina”, affascinante collezione di utensili e attrezzature agricole. Un patrimonio che si completa con i cimeli raccolti da Emo Capodilista e custoditi nella villa di Fanzolo. La mission del museo delle Mandre è soprattutto quella di trasmettere ai giovani i valori di generazioni di donne e di uomini che hanno dedicato la loro esistenza al duro lavoro nei campi.
Nella storia delle Mandre il Piave, spesso descritto come fiume rabbioso e impetuoso, ha un ruolo centrale: la gestione di questa risorsa attraverso idonee arginature è stata una delle attività preminenti nel Medioevo. Con l’avvento dell’età moderna le cose cambiano anche per i Collalto e nel Settecento, prese le distanze dal mestiere delle armi, con l’abate Vinciguerra da Collalto si apre la stagione dell’agricoltura efficiente, fatta di confronti culturali internazionali ed esperimenti avveniristici. A quell’epoca risale un aneddoto che narra dell’aratura di 28 ettari, in un solo giorno, con 300 buoi.
I progressi raggiunti nell’Ottocento sotto la guida del conte Ottaviano subiscono una brusca interruzione con la Grande Guerra. Gli edifici della tenuta, requisiti, ospiteranno la Scuola Bombardieri del Re, la cui straordinaria presenza è testimoniata da un interessante allestimento museale. Il dilagare delle truppe austroungariche e i devastanti bombardamenti sulla linea del Piave compromettono buona parte degli immobili di proprietà dei Collalto.
La Contessa Ninni Collalto racconta: “Il conte Rambaldo, mio nonno, e mio padre Manfredo saranno gli artefici della ricostruzione e della ripresa dell’attività agricola. Oggi l’ampiezza di questi spazi è sproporzionata per le esigenze di un’agricoltura moderna, ma ci teniamo a tenere tutto in ordine per un profondo senso di rispetto nei confronti del passato”.
La storia qui alle Mandre si coglie anche osservando preziosi dettagli, come il ritratto di San Bovo, protettore degli animali domestici, opera di un artista locale o la splendida meridiana a ore italiche riscoperta durante i restauri della facciata. Un amore per il passato che va di pari passo con la passione per un’agricoltura moderna e rispettosa dell’ambiente. Un impegno arduo ma ripagato dai successi, risultato di scelte coraggiose e lungimiranti, come il razionale allevamento di bufali che oggi trova spazio in un luogo magicamente sospeso nel tempo.
(Autore: Marcello Marzani)
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