Lo chef trevigiano Antoniolli da Kiev: “Non abbiamo elettricità, potrebbe essere una catastrofe se non la ridanno in tempi brevi”


“Non abbiamo elettricità, potrebbe essere una catastrofe se non la ridanno in tempi brevi”: sono le parole del cuoco di Roncade Stefano Antoniolli, chef di uno dei migliori ristoranti di Kiev.

La situazione nella capitale ucraina è peggiorata dopo che le truppe russe hanno bombardato i generatori delle centrali nucleari, “quelli che portano l’energia nelle varie zone del paese – spiega Antoniolli – per questo motivo siamo senza energia anche se non sono state bombardate le centrali”.

In un video girato dallo stesso Antoniolli si vede come la città sia completamente al buio, ma la situazione è grave anche per quanto riguarda l’acqua e il riscaldamento.

Quando è iniziata questa situazione?

Verso la fine di ottobre la corrente era razionata. La davano per tre ore si e per tre ore no. Dopo gli ultimi missili di tre giorni fa siamo completamente al buio. Ci sono alcune zone della città dove ogni tanto ritorna, ma rimane per poco”. 

E per quanto riguarda l’acqua?

Ieri sera tramite altri canali siamo riusciti ad averne un po’. Hanno iniziato ad erogarla prima nella zona sinistra della città poi in quella destra, che è quella più centrale. Era da 24 ore che eravamo senza acqua, altre zone sono due giorni che non arriva. Ci sono alcune province dove sono da 48 ore senza”.

E il riscaldamento?

Anche per quanto riguarda il riscaldamento è un disastro. Ci sono varie combinazioni. C’è chi lo ha, chi per poche ore al giorno e chi non ha né elettricità né acqua né riscaldamento. Ci sono molte persone che vanno a dormire a casa di amici perché non hanno neppure l’acqua calda”.

Al suo ristorante qual è la situazione?

Abbiamo comperato un generatore a gasolio da 5kw, ma basta solamente per accendere le luci. Noi siamo comunque aperti e ci stiamo attrezzando comprando dei fornelli a gas ma il problema sono frighi e congelatori: se la corrente non ritorna siamo costretti a buttare via tutto il cibo che abbiamo. Si parla di migliaia di euro. Un altro problema è che generatori più grossi non si trovano e chi li ha ci sta lucrando. Il noleggio costa circa 200 euro al giorno. Ho degli amici che hanno delle fabbriche che hanno dovuto chiudere perché a loro questi generatori non bastano”.

Quando ripareranno i generatori delle centrali?

Il problema è che sono di matrice russa e che quindi i pezzi di ricambio non si trovano in Europa. In più ne hanno bombardati talmente tanti che anche le scorte per i ricambi sono finite. Bisogna solo sperare in una manna dal cielo”.

Il sindaco di Kiev invita la gente a lasciare la città: perché?

Perché così si consuma meno elettricità e quella poca che c’è la possono destinare agli edifici strategici come quelli militari e ad alcune fabbriche che servono per la guerra. Ma molto spesso la gestione della poca corrente disponibile avviene, secondo me, a caso senza una logica”.

Lei lascerà Kiev?

“E dove vado? Al massimo posso ritornare in Italia ma ho troppe responsabilità per lasciare il ristorante”.

Alcuni mesi fa ci disse che non avrebbe lasciato la città: si è pentito di questa scelta?

“Rimanere è stata una decisione sofferta dettata dalla responsabilità che ho verso gli altri ragazzi del ristorante. È stata una decisione presa nella speranza che la situazione potesse migliorare. Oggi stiamo pagando le conseguenze di quella scelta”.

La gente continua ad appoggiare il presidente ucraino Zelensky o chiede che inizi a trattare?

La maggior parte continua ad appoggiarlo. Ma ci sono molte idee diverse”. 

(Foto: per concessione di Stefano Antoniolli).
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