“La teoria quantistica potrebbe salvare la montagna”: il convegno in Camera di Commercio

“Devo dirvi fin dall’inizio che non ho buone notizie, né per noi, né per la montagna”: inizia a dire così il professor Maurizio Fermeglia, dalla Facoltà di Ingegneria e Architettura di Trieste, agli alunni di alcune scuole secondarie di Belluno.

Nel suo intervento, venerdì scorso, all’interno del contesto del convegno “Montagne in cambiamento: un viaggio nella transizione dolomitica”, organizzato da Irene Da Ros alla sede della Camera di Commercio di Belluno e con il sostegno di Banca Prealpi San Biagio, ha premesso una verità inconfutabile, che spesso si tende a dimenticare: in meno di un secolo la popolazione mondiale è passata da due miliardi e mezzo a otto (in aumento esponenziale).

Questo fattore non può che agire con decisione sul clima in modo irrimediabile e su questo aspetto, in montagna come in pianura, c’è poco da essere ottimisti: è bene prenderne consapevolezza. Il convegno, che prevedeva le relazioni di docenti universitari dell’Università di Trieste e altri autorevoli interventi, non si limitava però a queste premesse e tentava di dare anche qualche possibile soluzione di adattamento, da applicare oggi o da considerare in futuro.

“L’atteggiamento giusto nei confronti di questi luoghi non può basarsi soltanto su opere conservative: la possibilità di stare bene in queste aree montane dipende anche dalla capacità di portare innovazione, di portare il cambiamento” commenta Romano Tiozzo, segretario generale della Camera di Commercio Treviso-Belluno Dolomiti.

Tra i grandi strumenti che l’uomo avrà a disposizione un domani, secondo il professor Fabio Benatti, dalla Facoltà di Fisica, c’è la teoria quantistica applicata alla tecnologia: “La teoria quantistica consentirà di avere computer sempre più potenti, capaci di gestire l’enorme mole di dati che servono per fare predizioni accurate sul clima, oppure nella progettazione di nuovi materiali. Per quanto riguarda le Dolomiti, per esempio, le previsioni del clima sono importantissime per prevenire disastri ed eventuali nuovi materiali possono essere utilizzati per arginarli. È qualcosa di futuribile, ma io sono ottimista”.

Un altro approccio, altrettanto costruttivo, quello dello scrittore Giannandrea Mencini, che con un’interessante inchiesta giornalistica ha parlato di “bioavversità”, concetto che riprende anche nel titolo di uno dei suoi libri, di monoculture e di come iniziative dedicate al sostegno delle attività di montagna siano state tradotte in vere e proprie speculazioni. Il professor Guido Befani, della Facoltà di Scienze Politiche, ha parlato invece dell’attuazione del piano PNRR e di come gli enti riusciranno a far partire i lavori effettivi, applicando una parte di riforme amministrative in tempi brevissimi.

“Queste istanze sociali devono fare da cerniera tra i bisogni e le problematiche vere e concrete delle comunità di riferimento rispetto ai macro obiettivi dell’agenda ONU” spiega il professor Befani.

Nel pomeriggio si è tenuta una tavola rotonda sui temi dell’energia, ma anche dell’educazione e della mobilità bellunese. “L’elaborazione di questo ambizioso progetto è stata un punto di partenza verso una strada ancora più lunga – scrive l’organizzatrice Irene Da Ros – Ogni passo del cammino è stato attentamente studiato e collocato in modo da creare consequenzialità con gli altri passi: informare e aumentare la consapevolezza in tutta la cittadinanza dai più piccoli ai più grandi, su quello che sta succedendo e quello che sarà il futuro”.

Era presente anche l’assessore del Comune di Belluno Paolo Luciani, che ha commentato: Come amministrazione non potevamo non esserci ed è per questo che abbiamo patrocinato questo, per proiettarci anche in 2030-2050 in cui comunque dovremmo continuare a presidiare la nostra città e il nostro territorio”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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