La congiuntura del manifatturiero nel secondo trimestre 2024

Mario Pozza presidente di Camera di Commercio Treviso Belluno Dolomiti

“Siamo ancora in mezzo al guado – ricorre a questa immagine il presidente Pozza per commentare la situazione congiunturale del manifatturiero nelle province di Treviso e Belluno: non peggioriamo, ma nemmeno miglioriamo. La produzione, nei due territori, è praticamente sugli stessi livelli del primo trimestre 2024. Non cambia il grado di utilizzo degli impianti, fermo al 70% della capacità produttiva. Solo sulla raccolta ordini dall’estero riscontriamo qualche segnale positivo: sia sul passo congiunturale, cioè rispetto al primo trimestre 2024, che su base annua. E questo sembra valere anche in prospettiva per i prossimi mesi”.

“Ma – avverte subito il presidente – appena andiamo oltre il dato medio di comparto scopriamo che non per tutti i settori è così. Guardando alla domanda estera, recupera bene a Treviso il legno mobilio che ancora lo scorso trimestre risultava in affanno; a Belluno l’occhialeria continua imperterrita il suo trend positivo (mentre il resto del sistema moda è ancora al palo, in entrambe le province). Resta invece in negativo la raccolta ordini esteri per il settore dei macchinari industriali, importante sia a Treviso che a Belluno: settore – spiega Pozza – che risente delle perduranti incertezze di scenario (che non spingono a fare investimenti), come di specifici mercati che, coinvolti nelle crisi internazionali, non alimentano la domanda”.

“Soffre anche il settore dei mezzi di trasporto – aggiunge Pozza – soprattutto nel segmento legato a doppio filo alla filiera tedesca dell’automotive, che si è invischiata nella frettolosa transizione alla mobilità elettrica. Al di là della questione infrastrutturale (colonnine, energie rinnovabili), ma chi si può permettere utilitarie che costano il doppio rispetto al modello a benzina? Questa limitata capacità di assorbimento del mercato sta portando le case automobilistiche a rivedere al ribasso i piani di produzione. Con riflessi evidenti anche da noi: il calo degli ordinativi esteri per il settore dei mezzi di trasporto è del -4,2% su base trimestrale, e del -5,0% su base annua. Anche la produzione accusa una flessione su base annua del -5,7%”.

“In mezzo al guado lo siamo anche con riferimento alle condizioni di contorno – aggiunge il presidente – al quadro macroeconomico che influisce sull’andamento dell’industria. Da un lato stanno parzialmente risolvendosi gli shock sul fronte dei costi delle materie prime, ma l’inflazione non scende come atteso, e questo porta le banche centrali ad essere più prudenti nel taglio dei tassi d’interesse, con ripercussioni negative nella propensione agli investimenti, come già spiegavo con riferimento alla minor domanda di macchinari industriali”.

“Però, cercando di guardare positivo – dice Pozza – la buona notizia è che l’area euro, riattivate le centrali nucleari in Francia, spingendo sulle rinnovabili, è un po’ meno dipendente dai combustibili fossili. Inoltre, nonostante il rallentamento congiunturale, il mercato del lavoro è rimasto prossimo alla piena occupazione (perché i talenti sono diventati merce rara). Se tutto ciò si traducesse in minori costi per le famiglie europee e per le imprese, ritornerebbero a salire i consumi e la competitività delle imprese, con benefici complessivi per il commercio estero. Ci sarebbero dunque tutti i presupposti per irrobustire quei segnali di ripartenza della domanda estera, qui registrati anche dai nostri imprenditori veneti in alcuni settori”.

“La cautela è d’obbligo , ma i giudizi previsivi sembrano proprio andare nella direzione di una domanda estera in aumento che dobbiamo saper agganciare, come imprese e come sistema delle istituzioni a loro supporto. E’ necessario – conclude Pozza nel ruolo di presidente di Assocamerestero –  guardare ai mercati europei, ma pure fuori dall’Europa perché ci sono tante opportunità nel mondo, che si possono cogliere, accompagnati anche grazie ad Assocamerestero. Proprio su questo si distingue un territorio e cioè nella capacità di trovare sbocchi nuovi”.

Il quadro internazionale e nazionale

I temi di fondo, che caratterizzano l’economia internazionale, restano in continuità con quanto già osservato nel precedente report. Le stesse nuove previsioni del FMI, rese note tramite il “World Economic Outlook” di luglio, non presentano significativi scostamenti rispetto al quadro fornito ad aprile. Tutto ciò, nel complesso, “non è notizia positiva, visto che alcuni elementi di miglioramento dello scenario, che erano attesi, non si sono verificati“, come commentano gli analisti di Congiunturaref. (n. 13 del 10 luglio 2024).

Il ciclo economico si trova in una sorta di “terra di mezzo”: migliorano alcune criticità del passato (costi materie prime, inflazione, ma con esitazioni nel percorso di discesa); al tempo stesso, si sono ridimensionate le aspettative sul taglio dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali; la domanda internazionale resta debole, come riflesso fisiologico del processo di normalizzazione nei comportamenti di consumo di cui più volte si è parlato; le politiche di bilancio non sono più di carattere espansivo, ma sono tornate a preoccuparsi dei saldi di finanza pubblica.

Tutto ciò spiega la prosecuzione della fase di stagnazione nell’industria a livello mondiale. Anche per effetto delle politiche di accumulo di scorte adottate in passato dalle imprese per fronteggiare i ben noti rischi di approvvigionamento vissuti tra il 2020 e il 2022.

Guardando al prossimo semestre e al 2025, man mano che saranno parzialmente e progressivamente metabolizzati i problemi generati dai vari shock lato offerta, è possibile che il ciclo economico vada incontro ad un miglioramento.

Non verrà meno l’incertezza, soprattutto sul piano geopolitico: però, ci sono alcune condizioni di fondo che, salvo imprevisti, potrebbero fornire più concreti sentieri di ripresa, soprattutto nell’area euro. La stabilizzazione delle materie prime, il flusso di investimenti nelle rinnovabili e la ripartenza del nucleare in Francia che hanno mitigato le dipendenze dai carburanti fossili, un mercato del lavoro prossimo alla piena occupazione pur in una fase di rallentamento congiunturale dell’economia. La somma di tutto, pure al netto di politiche di bilancio più restrittive, dovrebbe riconsegnare maggiore potere d’acquisto alle famiglie e maggiore competitività alle imprese, con riflessi positivi nel commercio estero.

Si vedrà che è proprio questo l’aspetto che emerge dalla survey sul manifatturiero veneto e delle sue province al secondo trimestre 2024. Si resta pur sempre nel quadro di una dinamica produttiva ancora molto debole, ma l’indicatore che tende maggiormente verso il positivo, soprattutto per certi settori, è proprio quello relativo alla raccolta ordini dall’estero. Ciò sia nel confronto con il primo trimestre dell’anno, sia nelle proiezioni per il prossimo semestre.

(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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