La leggenda dell’alpinismo Reinhold Messner era fra gli ospiti più attesi dell’evento svoltosi ieri giovedì sera che va a coronare il progetto Generazione2026 nato dalla collaborazione tra la FICTS, la Camera di Commercio Treviso-Belluno-Dolomiti e la Regione Veneto rivolto ai giovani allo scopo di promuovere i valori olimpici.
Nel corso della cerimonia di premiazione, al Teatro Mario Del Monaco, Messner, che ha scalato tutte le 14 montagne al mondo che superano gli 8000 mila, ha ricevuto la “Guirlande d’honneur” alla carriera”.
“Il valore olimpico per me sta nel fair play – spiega l’alpinista e scrittore altoatesino – e speriamo, in un futuro, anche nella sostenibilità, sperando che gli investimenti che verranno fatti per le prossime Olimpiadi durino decenni, se non centinaia di anni. Non è più accettabile fare grossi investimenti e poi dimenticarsene”.
La divulgazione sul tema della tutale ambientale è un impegno che Messner porta avanti da tempi non sospetti. L’attività che svolgo – prosegue – è sia sportiva che culturale, cercando di portare all’attenzione di un largo pubblico la narrativa sulla relazione fra l’uomo e la montagna, teatro naturale dello sport invernale come l’alpinismo”.
“Le Olimpiadi? Sono contento che siano state assegnate a Cortina e a Milano. Anche da noi in Alto Adige, ad Anterselva, sono fra l’altro attese gare importanti. Ciò che mi auguro è che gli investimenti che sono in programma restino per decenni” commenta tornando poi alle Olimpiadi di Cortina del 1956. “Per Cortina fu un successo enorme, catapultò la città al massimo dell’interesse mondiale ma poi, man mano, questo interesse è calato e le infrastrutture sono andate in decadenza. Questo non deve riaccadere”.
Sull’alpinismo come disciplina olimpica per il re delle vette himalayane ci sono delle dovute distinzioni da fare. “L’alpinismo non è ‘misurabile’, non c’è una gara, sarebbe troppo pericoloso, a livello olimpico si pratica l’arrampicata, una disciplina molto forte, bella e sana dove c’è spazio per la competizione, ma non va confusa con l’alpinismo. La prima si pratica su una parete artificiale e al coperto, dove la temperatura è costante.”
“L’alpinismo di alta quota è ciò che mi ha occupato negli ultimi quarant’anni, ma che – sottolinea Messner con una certa amarezza – oggi in certi casi fa rima con turismo. Gli sherpa (i nepalesi che accompagnano gli scalatori nelle spedizioni sulle vette himalayane ndr) portano i clienti in elicottero fino ai 7200 metri e poi li fanno salire a piedi, non sugli sci: questo non è alpinismo, è turismo. L’alpinista non arriva in vetta servendosi di infrastrutture, va dove nessuno si spinge”.
Ad accogliere Messner a Treviso, oltre al presidente della Camera di Commercio Mario Pozza e al presidente della FICTS Franco Ascani, c’era anche il sindaco Mario Conte, visibilmente emozionato per l’incontro. “Per me è un mito – ha commentato – le sue imprese alpinistiche hanno segnato la mia giovinezza. Ho letto i suoi libri, guardato i film che ne raccontano la storia: mi ha colpito come abbia applicato alla vita tutta la saggezza accumulata durante le sue leggendarie scalate. Per me è stato ed è una grande fonte di grande ispirazione, che ha nutrito negli anni la mia passione per la montagna. Reinhold Messner incarna i valori di rispetto nei confronti della natura che ha portato avanti fin dall’inizio, molto prima che si radicasse la sensibilità per l’ambiente che abbiamo oggi”.
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