Il futuro con l’Intelligenza artificiale, tra potenzialità e rischi: un convegno al “Da Vinci”

L’incontro al Liceo Da Vinci di Treviso

“La scuola come somma tra intelligenza delle persone e intelligenza delle macchine?”: un quesito che è stato il focus di un incontro tenutosi ieri al Liceo scientifico Da Vinci di Treviso, dove metodo, curiosità e capacità di guardarsi dentro sembra essere un trinomio in risposta alla veloce evoluzione della tecnologia.

L’iniziativa è rientrata all’interno del format “Comprendere x cambiare”, un percorso di alta formazione promosso da Confindustria Veneto Est e dedicato all’intelligenza artificiale, che quest’anno approda nelle scuole.

L’incontro, presentato dall’esperto di innovazione Alessandro Garofalo e introdotto dalle parole del dirigente scolastico, ha visto in primis un intervento teatrale curato da Tema Academy (gruppo composto dagli studenti del liceo), con una premessa fatta da Ennio Bianco.

Significativi, fin dal principio, i quesiti emersi: la tecnologia influenzerà diversi settori professionali, tra cui quello riservato all’apprendimento e all’insegnamento, quindi sarà davvero possibile sfruttare il potenziale positivo dell’intelligenza artificiale, evitando ogni possibile danno?

Un quesito estremamente attuale, considerato il rischio di una massiccia perdita di posti di lavoro e di ogni traccia di privacy individuale, oltre al pericolo della profonda diffusione della disinformazione.

Nel frattempo, espressività facciale e movimento del corpo sono gli aspetti verso cui si sta concentrando l’intelligenza artificiale.

Nel corso della rappresentazione teatrale sono stati ripresi anche il pensiero di Socrate e alcuni passi di Dante Alighieri dalla Divina Commedia, per comprendere come certi quesiti sull’uomo, l’umanità e il progresso siano sempre stati radicati.

Il nuovo viaggio di scoperta è vedere con nuovi occhi“, è l’aspetto che più caratterizza il tempo attuale, mentre “il problema da definire è il criterio per cui l’uomo rischia di rimanere schiacciato da ciò che esso stesso ha creato”.

Ora la cosa più importante è avere fede nelle persone, sebbene ci troviamo in un’epoca in cui nessuno ha tempo per ascoltare – è emerso – Il vero problema è che non ci sono più maestri e abbiamo bisogno di punti di riferimento”.

“Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza: è veramente sapiente chi sa di non sapere – i punti evidenziati – Gli algoritmi non provano nostalgia e dolore“.

La rappresentazione teatrale ha lasciato poi spazio a un intervento (da remoto) di Patrizio Bianchi, professore emerito dell’Università degli Studi di Ferrara, già ministro dell’Istruzione, il quale ha osservato che tutto ciò porterà anche a un cambio del concetto stesso di scuola, da pensare come un luogo dove venga insegnato ad applicare ciò che si apprende e a “costruire i propri affetti”.

Successivamente innovazione e intelligenza artificiale sono stati al centro di una tavola rotonda, che ha avuto come ospiti Giulio Buciuni (direttore scientifico executive education del Trinity College di Dublino), Maria Raffaella Caprioglio (presidente di Umana spa), Francesca Moriani (Ceo di Var Group spa), Lorenzo Pinto (founder e CTO di Futura spa), Gianmarco Russo (direttore generale di Confindustria Veneto Est).

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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