La prima causa di mortalità e morbilità al mondo sono le malattie vascolari, fenomeno emergente anche nei Paesi in via di sviluppo. L’attenzione dei cittadini è spesso focalizzata e sensibilizzata nei confronti delle malattie vascolari che riguardano il cuore e il cervello, ovvero infarto e ictus, meno attenzione e consapevolezza è rivolta alle malattie delle arterie periferiche: si tratta di malattie croniche che vanno gestite proprio per prevenire anche infarto o ictus. Spesso vari fattori di rischio quali ipertensione arteriosa, elevati livelli di colesterolo cattivo, stili di vita non idonei, in primis abitudine al fumo e scarsa attività fisica, non vengono adeguatamente corretti.
Si rende necessario allora un approccio intersettoriale e multidisciplinare a questo tipo di patologie, prevedendo un ampio spettro di interventi coordinati a differenti livelli e con una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico, compreso il miglioramento delle cure e la prevenzione delle recidive. Le linee guida nazionali e internazionali delle società mediche e chirurgiche raccomandano una gestione multidisciplinare, con percorsi diagnostico-terapeutici condivisi tra angiologi e chirurghi vascolari, che sono gli specialisti formati a trattare con le opzioni migliori i pazienti vascolari.
Ecco perché nell’ambito delle degenze ospedaliere di Treviso e Castelfranco Veneto è prevista la presenza sia dell’angiologo sia del chirurgo vascolare per attuare un lavoro sinergico che permetta la presa in carico “su misura” dei pazienti che spesso presentano tratti peculiari dell’una o dell’altra disciplina medica e chirurgica. L’attività vascolare concepita con queste caratteristiche di “rete” viene svolta anche in ambulatori dedicati nelle sedi di Montebelluna e Valdobbiadene.
“Questo modello vincente di multidisciplinarietà, sperimentato negli anni – dichiara la dottoressa Visonà, direttore della unità operativa di Angiologia – rappresenta un modello da esportare per diffondere la cultura delle malattie vascolari con gestione integrata. Ringrazio il dottor Galeazzi e tutti i suoi collaboratori perché condividono la mia visione di mettere al centro il paziente che viene spesso “incontrato” da entrambi gli specialisti assieme, viene rivalutato dall’uno o dall’altro anche durante il ricovero in base alle necessità cliniche che emergono. Arricchente è avere giovani specializzandi nei nostri reparti perché l’attività didattica rimane un momento importante per la nostra crescita professionale”.
“La gestione multidisciplinare con i colleghi angiologi e radiologi interventisti ci permette di avere un costante riferimento medico internistico e radiologico – afferma il dottor Galeazzi, direttore della unità operativa di Chirurgia Vascolare – visto che spesso il percorso di cura del paziente non si esaurisce con il ricovero o con il trattamento medico chirurgico. Ha, infatti, un ruolo molto importante l’attività di riabilitazione fisica e “vascolare” effettuata durante tutta la presa in carico del malato”.
(Foto: Ulss 2 Marca trevigiana).
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