Una forte preghiera per la pace si è alzata venerdì 4 ottobre dal tempio di San Francesco a Treviso, quasi un anticipo della preghiera a cui il Papa ha invitato la Chiesa universale nella giornata di oggi e di domani.
L’occasione è stata la Messa solenne, in un tempio gremito di fedeli e di autorità civili e militari, per la solennità di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.
La celebrazione era presieduta dal vescovo, monsignor Michele Tomasi, e concelebrata da padre Oliviero Svanera, custode del convento di San Francesco, dagli altri frati della comunità, da don Giovanni Giuffrida, vicario foraneo della città e da altri sacerdoti diocesani.
Al termine della messa, l’offerta dell’olio per la lampada votiva che arde all’altare di san Francesco, portato, a nome dei sindaci di Treviso e dei Comuni confinanti, dal sindaco di Carbonera, Federica Ortolan.
Il vescovo, nell’omelia, a partire da due testi di san Francesco che commentano le beatitudini, ha ricordato la necessità di una conversione personale che metta al centro della vita il Signore e ci permetta di essere creature nuove.
Come ha sottolineato il vescovo, “San Francesco parla, poi, dei veri pacifici come di coloro che, in tutto ciò che sopportano per amore di Gesù Cristo, conservano la pace nell’anima e nel corpo”.
“Dobbiamo pregare per la pace – l’appello del vescovo – Non ci resta altro, non abbiamo soluzioni di fronte alle grandi tragedie che toccano il nostro mondo, dalle guerre grandi, vicine, a quelle forse più limitate, ma che sono molte: quanti conflitti, oggi, in ogni parte del mondo, si stanno giocando sulla pelle dei più poveri, dei più piccoli, dei più abbandonati. I veri pacifici sono coloro che sopportano le cose del mondo, non perché non sanno fare altro, ma per amore del Signore”.
“L’invito che ci viene da San Francesco, allora, è quello di vivere la pace interiore, perché crediamo che l’amore abbia vinto sulla morte – ha concluso – Anche come comunità cristiana dobbiamo agire per il bene della nostra nazione e del mondo, impegnandoci in prima persona, essendo noi operatori di pace nella vita quotidiana”.
(Autore: redazione Qdpnews.it)
(Foto: Diocesi di Treviso)
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