Essere Carabinieri a vent’anni. Sarah Gloria, da Catania alla Marca

Sono 57 storie personali differenti quelle che hanno accompagnato ciascuno dei nuovi carabinieri arrivati a Treviso. In ognuno di loro c’è però una sola convinzione, quella per cui “far parte della Benemerita non è un lavoro ma una vocazione”.

Tra i giovani che ormai da qualche settimana stanno portando il loro contributo ai colleghi della Marca c’è anche la giovane Carabiniera Sarah Gloria Resina, originaria della provincia di Catania, che dopo il duro percorso tra corsi e accademia è stata assegnata alla Stazione dell’Arma di Villorba.

“Il nostro compito è garantire sicurezza ai cittadini, affrontare situazioni complesse e dare voce a chi ne ha bisogno – commenta Resina -. Abbiamo il dovere di dimostrare sicurezza e vicinanza ai cittadini, rispondendo non solo alle loro preoccupazioni ma anche alle loro fragilità. La nostra missione abbraccia casi delicati come la violenza di genere, che oggi non riguarda solo le donne ma tutti i soggetti vulnerabili della società. Inoltre ci occupiamo delle truffe agli anziani, fenomeno purtroppo sempre più diffuso”.

Da dove nasce il suo sogno di diventare carabiniere?

“Più che un sogno lo considero un senso di giustizia, un dovere che sento dentro. Essere carabiniere non significa solo indossare una divisa ma portare con sé valori come la lealtà, l’onore e l’impegno verso chi ha più bisogno”.

Ci racconta il suo percorso professionale?

“Ho intrapreso percorsi differenti prima di arrivare nell’Arma, ma quando ho compreso veramente cosa significasse essere un carabiniere ho capito che era la strada giusta per me. Non è solo un lavoro, ma uno stile di vita. Credo che i miei colleghi possano confermare quanto sia profondo il nostro impegno umano, oltre che professionale”.

Qual è la sua opinione sui fenomeni di criminalità giovanile, come le baby gang?

“Non sono fenomeni piacevoli ma nemmeno inarrestabili. Anche noi nuovi arrivati nell’Arma ci impegniamo per contrastare queste situazioni, consapevoli che spesso nascono da difficoltà personali e sociali. Il nostro lavoro è anche prevenire, non solo intervenire”.

Quanto è stata importante la formazione nell’Arma?

“Mi ha aiutato moltissimo, non solo a livello professionale ma anche umano. Mi ha dato la consapevolezza di poter fare la differenza nella vita delle persone. Ed è per questo che consiglierei questo percorso ai giovani: è un’opportunità unica per chi sente il desiderio di servire la comunità con onore e dedizione”.

(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: Simone Masetto)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
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