Dall’idea al disegno, dal progetto alla sua realizzazione. Con un mix vincente di artigianalità e voglia di innovare. Tutto questo è Glip, azienda di Quinto di Treviso che dal 1996 si occupa di progettazione e produzione di sistemi di illuminazione a tecnologia LED per interni ed esterni.
Abbiamo incontrato il ceo Alessandro Piovesan e il suo socio Rohan Sottana per farci “illuminare” – è il caso di dirlo – su questa realtà trevigiana all’avanguardia.
Com’è nata l’azienda?
A.P. “Glip è nata nel 1996, con un’avventura estiva nel garage di casa. Da lì, in 29 anni di attività, siamo arrivati dove siamo oggi”.


“Mettiamo in luce le tue idee”, uno dei vostri slogan: come lo concretizzate e che tipo di servizi offrite?
A.P. “Il ‘mettere in luce le idee’ si rivolge prevalentemente ai progettisti, perché per noi il tema della progettazione è il fulcro, il punto di partenza di ogni singolo progetto. Prendiamo l’idea che può avere il progettista e, attraverso il nostro ufficio tecnico, il percorso di progettazione diventa poi realtà”.


Artigianalità e innovazione i vostri punti di forza: un mix riuscito…
R.S. “Ci definiamo ‘un’azienda sartoriale’ perché siamo in grado di poter garantire e rispettare le richieste dei nostri clienti. Diamo libertà nella personalizzazione dei prodotti e questo ci permette di rimanere solidi nel mercato, con tante richieste e tanti progetti interessanti”.
Ci potete dare qualche numero sull’azienda?
A.P. “Glip ha chiuso il 2024 con un incremento di circa il 42% rispetto all’anno precedente, con dei risultati importanti anche a livello di redditività. Abbiamo registrato una crescita ulteriore di circa un 15% rispetto ai primi tre mesi del 2024, quindi la tendenza è in crescita. Abbiamo un portafoglio ordini di oltre 2 milioni di euro, estremamente consistente per la nostra dimensione, e siamo anche in trattativa con diverse commesse che si proiettano addirittura al 2027-2028. Quindi c’è grande soddisfazione e crediamo sia un momento veramente da cavalcare”.
(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Matteo De Noni)
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