“Treviso è antifascista”. Il sindaco Mario Conte lo ha ribadito anche in questo 25 Aprile. In una cerimonia segnata dal doppio lutto — per la morte di Papa Francesco e di Giancarlo Gentilini — e dalla pioggia, sono stati comunque in molti a partecipare alle celebrazioni della Liberazione che si sono tenute in centro città. Al termine della manifestazione, i presenti hanno intonato a gran voce “Bella Ciao”.
Le celebrazioni per l’ottantesimo Anniversario della Liberazione nel capoluogo della Marca sono iniziate alle 8.45 a Canizzano, con la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti di via Maleviste. Le commemorazioni sono proseguite al Cimitero comunale maggiore, dove le corone sono state deposte al Mausoleo del Corpo dei Volontari della Libertà, al Sacrario ai Caduti della seconda Guerra mondiale, al Campo del Tricolore e al Monumento ai Caduti dell’Arma Aeronautica.


Il momento culminante si è svolto in piazza Indipendenza, con la deposizione delle corone alle lapidi dedicate ai partigiani e agli internati caduti. Anche quest’anno, i ragazzi della Consulta provinciale degli studenti hanno letto la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare concessa alla Città di Treviso, prima degli interventi istituzionali del sindaco Mario Conte e del presidente provinciale dell’Anpi, Giuliano Varnier.


E così, i fischi che lo scorso anno erano stati rivolti dalla Treviso antifascista al ministro Carlo Nordio, quest’anno si sono trasformati in scroscianti applausi per il discorso di Conte: “In questo giorno, in particolare, desidero ricordare le donne della Resistenza trevigiana, Noris Guizzo, detta Carmen, e Bruna Fregonese, e le staffette — ha dichiarato Conte — che con determinazione hanno contribuito alla lotta per la libertà”.
“La loro è una storia di coraggio, spirito di sacrificio e forte attaccamento alla giustizia. La ferma volontà di porre fine alla negazione dei diritti e della dignità subite da amici e familiari era per loro, per altre o giovanissime, lo sprone ad agire – prosegue Conte -. Queste giovani donne volevano un’Italia vera, non avevano paura, spinte dalla fiducia: la stessa che Papa Francesco, in tempi più recenti, ci esortava a non perdere mai. Gli uomini e le donne della Resistenza hanno dato l’esempio attraverso il pensiero critico, l’azione e il desiderio di libertà. La loro vita è anche il messaggio più autentico e forte che possiamo e dobbiamo trasmettere ai nostri ragazzi, nella congiuntura culturale, valoriale e complessa che stiamo vivendo. In questo spirito rinnoviamo il nostro impegno a trasmettere alle future generazioni i valori della Resistenza: libertà, giustizia e democrazia. Viva la Treviso antifascista, viva il Veneto, viva l’Italia libera”.


Alla commemorazione erano presenti anche il prefetto di Treviso Angelo Sidoti, numerosi esponenti del consiglio comunale, la parlamentare Rachele Scarpa e molte autorità civili e militari.
“Io credo che tutti i fili che ricordano questa giornata ci portino a dire che non possiamo essere altro che contro le guerre che si combattono oggi — ha commentato Giuliano Varnier —. La brutale guerra in Ucraina, ciò che sta avvenendo a Gaza e non solo a Gaza: in Cisgiordania vengono massacrate persone innocenti, che nulla hanno a che fare con il barbaro attentato compiuto da quei terroristi il 7 ottobre”.


“Non si può massacrare chi non c’entra nulla. Questo sta creando le condizioni per altro terrore, altri terroristi. Non si sta andando verso la sconfitta del terrorismo. Occorre creare le condizioni per due popoli e due Stati che possano convivere in pace. Questo ci ha insegnato la Resistenza – prosegue -. Ma, badate bene, ricordiamoci che non ci sono solo buoni e cattivi. Non voglio andare lontano nella determinazione delle responsabilità dell’Occidente democratico, ma ricordiamo che si è portata una guerra in Iraq inventando prove false, per distruggere una situazione che pesa tutt’oggi sulle nostre comunità. Ricordiamo la Libia: anche lì c’era un dittatore, ma non abbiamo creato una situazione migliore. Anzi, oggi i dittatori sono purtroppo aumentati. Queste sono le riflessioni che emergono mentre ricordiamo i valori della Resistenza. Ricordiamo quegli uomini e quelle donne che ci hanno dato la libertà, e vogliamo farlo sempre con la stessa gioia che animava i 25 giorni successivi all’aprile del 1945: con i loro canti nelle piazze, le loro speranze, il loro grido contro la guerra e per la pace, per i diritti, per la Costituzione”.
(Autore: Simone Masetto)
(Foto e video: Simone Masetto)
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