Dopo il “caso” della Tava di Vittorio Veneto, che ha visto la chiusura del locale per 15 giorni, tra Fipe-Confcommercio e Questura si è svolto un summit che – fa sapere l’associazione di categoria – ha generato comprensione, dialogo e nuove linee guida collaborative al fine di favorire la massima formazione degli esercenti e mettere in atto strategie di prevenzione delle varie forme di microcriminalità”.
“Il caso di Vittorio Veneto – afferma la presidente Dania Sartorato- è un “caso limite” complesso, che ha comunque generato un dibattito. Come Fipe abbiamo espresso alla Questura la massima disponibilità a collaborare e a formare i nostri soci rispetto ai comportamenti virtuosi e corretti da adottare in circostanze di emergenza. Tutti noi esercenti, per la responsabilità sociale che abbiamo, siamo chiamati non solo a conoscere, ma anche ad approfondire, e apprezziamo molto la disponibilità data dalla Questura che ci ha prontamente ricevuto”.
“La sorveglianza all’esterno dei locali è al centro dei temi che Fipe sta discutendo col Ministero, prova ne è la recente proposta del Ministro dell’Interno Piantedosi sull’obbligatorietà delle telecamere, poi subito rientrata. Collaborare per prevenire è il vero obbligo delle nostre imprese che tengono vive città e paesi”.
A confermare la stretta attualità del tema c’è anche la recentissima decisione della Questura di chiudere per una settimana il bar Casanegra di Ponte della Priula.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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