Nel 2021 Confagricoltura Treviso e Confagricoltura Belluno hanno realizzato, in collaborazione con l’Associazione Regionale delle Ville Venete e con il contributo della Camera di Commercio di Treviso e Belluno|Dolomiti, il progetto “La tradizione agricola delle dimore storiche”.
Il progetto si è concretizzato nella realizzazione di un documentario video che racconta il legame di 11 dimore storiche (ville, castelli, barchesse) con la loro tradizione agricola, mai sopita e che continua tutt’oggi. Il progetto ha voluto mettere l’accento proprio su quelle realtà che non solo contribuiscono oggi al patrimonio culturale del nostro territorio – si citano tra le altre il Castello di San Salvatore e la Villa di Maser – ma che tutt’oggi contribuiscono anche al valore economico ed agroalimentare, essendo attive e produttive.
Il secondo step di questo progetto, sempre realizzato grazie all’importante contributo della Camera di Commercio di Treviso e Belluno|Dolomiti, vuole concentrarsi maggiormente sulla diversità dei fabbricati rurali presenti nel territorio e che in base alle loro caratteristiche sono in grado di raccontarci la storia dell’agricoltura per la quale sono stati edificati e delle genti che li hanno abitati.
Nella pubblicazione di Veneto Agricoltura del 2014, (Paesaggi agrari della pianura veneta – D. Gallo, P.G. Zanetti) troviamo queste definizioni. Fabbricato deriva da “fabbrica”, espressione che oggi si riferisce a stabilimento in cui si svolge una produzione industriale, ma che un tempo si riferiva al costruire, nel nostro caso intendiamo riferirci al sinonimo di costruzione o edificio.
Più complesso risulta definire l’aggettivo “rurale”, nel senso che nel comune linguaggio viene spesso confuso con “agrario”, “campestre”, “campagnolo” o “agreste”. “Rurale” tuttavia significa ciò che è situato in un ambito dove l’attività agricola si svolge in modo prevalente ma non esclusivo. “Agrario” invece risulta un termine più specifico e tecnico nel senso che si riferisce unicamente all’esercizio dell’attività agricola.
Oggi i nuovi edifici funzionali all’agricoltura, definiti dagli architetti “poveri” o spontanei, sono molto simili a quelli urbani. In passato presentavano invece dei caratteri che li distinguevano anche a distanza, sia che fossero richiesti da committenti danarosi, come nel caso delle ville, sia da poveri contadini.
Non erano soltanto i materiali usati nella loro erezione a fare la differenza. Prendiamo ad esempio i muri traforati o grigliati, che dir si voglia, con funzione di arieggiare i fienili. Essi raffiguravano una sorta di connotato che non trovava riscontro in nessun altro tipo di fabbricato, un marchio assolutamente inequivocabile che ora rischia di essere cancellato a causa dell’abbandono delle stalle e di conseguenza anche dei fienili e pagliai.
L’edilizia rurale si distingue da qualsiasi altra, anche per la complessità dei corpi di fabbrica, ossia quell’insieme di grandi e piccoli volumi aventi svariate destinazioni e pure un certo grado di precarietà. Si pensi ai barchi, alle stale del màscio, oppure ai ponàri e anche ai cessi, tutte modeste costruzioni a volte decisamente precarie anche per il tipo di materiali impiegati, quali il legno, la canna palustre o gli stocchi di mais.
Tuttavia, questo complesso di edifici apparentemente caotico trovava un certo equilibrio ed armonia. Soprattutto si mimetizzava in qualche modo con l’intorno attraverso forme in tono con le tradizioni costruttive e l’uso di materiali e colori autoctoni.
Dal censimento realizzato nel 2021 erano state estrapolate undici aziende campione, significative per importanza e anche per la loro distribuzione territoriale. Tuttavia molte altre realtà sono meritevoli di una monografia dedicata, quali testimonianza di un rapporto passato-presente-futuro che non deve essere dimenticato.
Se progetti futuristici di cantine all’avanguardia suggestionano il consumatore, stimolano il turismo e valorizzano il territorio, non possiamo dimenticare che nella nostra provincia si celano realtà storiche di primissimo livello, che aspettano solo di essere raccontate, per portare turismo di qualità.
Il territorio provinciale di Treviso e Belluno è caratterizzato dalla presenza di numerose ville venete e anche di dimore storiche e di pregio culturale, storico e architettonico, quali ad esempio castelli e abbazie.
In un territorio quale quello trevigiano e bellunese dove la vocazione agricola e vitivinicola sono un fiore all’occhiello, dove il paesaggio è modellato dall’attività agricola (colline dell’Unesco per fare un esempio) e dove le Dimore storiche sono preziosi scrigni di cultura disseminati nelle campagne, riteniamo fondamentale proseguire nel progetto che valorizzi ed evidenzi entrambe le componenti, ovviamente rinnovandolo oltre che nei contenuti, anche nella forma.
Tramite la creazione di contenuti digitali studiati ad hoc, l’idea è quella di diffondere l’interesse per le dimore storiche con attività agricola attraverso le agenzie di promozione turistica del territorio e gli enti di valorizzazione del patrimonio agroalimentare locale, al fine di creare, per il turista-consumatore, un ulteriore incentivo a visitare e vivere concretamente il territorio trevigiano e bellunese.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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