Professione fotoreporter di provincia, presente sulla scena (a qualsiasi ora del giorno e della notte) di tanti fatti di cronaca, eventi pubblici, manifestazioni sportive e grandi concerti che hanno segnato gli ultimi venticinque anni della Marca Trevigiana. Daniele Macca (all’anagrafe Maccagnan) ha raccontato per immagini pezzi di vita quotidiana, su incarico del quotidiano “La Tribuna di Treviso”.
Una passione divenuta vocazione professionale quasi per caso, quando Macca incontrò, nell’aprile del 1996, il fotoreporter Romano Zamattia, titolare dell’agenzia “Fotocronaca” a Volpago del Montello e collaboratore del quotidiano locale del gruppo Espresso.
“Io avevo appena aperto il mio primo negozio di fotografia a Volpago ed il caso volle che fosse proprio a duecento metri di distanza dallo studio di Zamattia. Un lunedì mattina andai a suonare il suo campanello d’ingresso. Aprì la porta e mi guardò un po’ stralunato. “Io voglio fare il fotografo, quello vero, non quello che fa solo le fototessere” gli dissi subito” – ricorda Daniele Macca -. Romano mi invitò a bere un caffè. Mentre stavamo parlando, la redazione lo chiamò per andare a recuperare a Castelfranco Veneto la foto di un morto. Ci andammo insieme e da lì è cominciata la nostra lunga collaborazione. Zamattia, purtroppo, se ne è andato troppo presto e io ho portato avanti la sua attività di fotoreporter. Ricordo bene che il primo servizio da autonomo che firmai fu la festa dello sport a Conegliano, nei giardinetti vicino alla stazione”.
Daniele Macca (in foto con l’assessore alla cultura Lavinia Colonna Preti) è nato in Svizzera nel 1966; si è diplomato in grafica pubblicitaria al Liceo Artistico “Michele Fanoli” di Cittadella. Dopo il lungo apprendistato con “Fotocronaca” e la prematura scomparsa di Romano Zamattia, dal 2009 ha intensificato la collaborazione con il gruppo editoriale romano (oggi Gedi) ed è diventato un apprezzato fotoreporter, creandosi un importante archivio.
La sua vita professionale e privata ha gravitato attorno a Volpago, Caerano, Montebelluna e Castelfranco Veneto. Dal 12 febbraio scorso anche Treviso rientra tra le città del suo percorso personale, con l’inaugurazione della mostra personale di Macca “Motus Animi Continuus”, aperta fino al 6 marzo al Museo Santa Caterina. L’esposizione consta di tre sezioni: “Venetia”, le inedite immagini della città lagunare, lontano dai luoghi comuni, tra il delicato bianco e nero e il colore soffuso; “Effigies” con i volti e le storie catturati in uno scatto; “Architectura” che fonde luoghi, geografia, storia e immaginazione.
La mostra nasce dal volume “Motus Animi Continuus”, pubblicato da Antiga Edizioni che mette per la prima volta su carta (a parte i giornali) l’indagine di Macca, mediata da ottiche e zoom, su persone, paesaggi, situazioni, stati d’animo. A favorire tutto questo è stato un altro incontro “fatale”: quello con l’accademico Italo Zannier, uno dei più importanti storici della fotografia.
“Non avrei mai immaginato di arrivare a Zannier. Gli fece vedere alcune mie fotografie Marzio Favero quando era sindaco di Montebelluna” – racconta l’autore -. Dopo quasi un anno Zannier, un giorno, mi ha telefonato dicendosi molto interessato al mio lavoro. Da questo è nato il libro e poi la mostra”.
“Ci sono passioni forti, come quella del calcio, e altre che invece pretendono il silenzio, come la fotografia, muta per la sua natura tecnologica e identità estetica. La fotografia, paradossalmente, è misteriosa, nonostante il suo realismo. È ambigua in modo subdolo e spesso pretende e sollecita di essere decifrata come un rebus” ha scritto Italo Zannier nell’introdurre il volume. Di emozioni forti Macca sostiene di averne vissute davvero molte, nella sua doppia veste di fotoreporter di cronaca o di autore di servizi scattati per puro diletto personale: “Un bel incontro è stato quello con David Gilmour ed Elton John. Ho cominciato a fotografare musicisti quando Momo Mormile organizzava a Castelfranco i concerti di Veneto Jazz. Poi sono passato ai grandi concerti di piazza San Marco a Venezia, a quelli del Palaverde di Villorba e di Conegliano. Ho fotografato tanti backstage, e le mie immagini sono state usate anche da Fabio Treves per la cover di un suo disco“.
Macca ha le sue preferenze da fotoreporter di provincia: “Piuttosto che fotografare una manifestazione sportiva, preferisco andare su un fatto di cronaca nera. Vigili del fuoco, Carabinieri e Polizia ormai mi conoscono bene. Nelle mie foto deve esserci dentro tutto. Devo raccontare la drammaticità di una storia con tutte le componenti che ne fanno parte, magari mettendo in primo piano i lampeggianti dei mezzi di soccorso, per far capire al lettore quello che succede”.
(Foto: per concessione di Daniele Macca)
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