Abbazia di Busco e Villa Zeno: miracolo benedettino e capolavoro palladiano

Un tempo questo luogo era inaccessibile poiché coperto dalla fitta foresta planiziale e punteggiato da insidiose paludi.

Furono la tenacia e la sapienza dei monaci benedettini ad avere la meglio sulla natura selvaggia e inospitale. Ci troviamo a Cessalto, nella porzione orientale della Marca Trevigiana. 

In uno dei tanti spazi faticosamente strappati alla selva dai religiosi, attorno al XII secolo, fu edificata l’Abbazia di Busco. Una comunità della quale, precisa Umberto Bonaldi Scotti, “si parla già in un documento del 1153 e che in breve, grazie alle donazioni, potrà contare su un patrimonio fondiario di immenso valore”.

Dedicata ad Andrea, l’apostolo fratello di Pietro, l’abbazia divenne un importante luogo di preghiera e un rinomato fulcro di conoscenze agronomiche talmente all’avanguardia da sopravvivere allo stesso monastero. 

Affascinato da questo peculiare connubio fra storia religiosa e vocazione agricola il patrizio Marco Zeno decise di edificare la propria villa nel cuore delle tenute benedettine di Cessalto. Un progetto ambizioso e unico nel suo genere, affidato all’architetto Andrea Palladio, capace di trasformare l’edificio preesistente in un capolavoro.

Inserita nel trattato noto come “Quattro libri di architettura“, riconoscibile sulla carta per le inconsuete barchesse ad angolo retto, Villa Zeno è la più orientale delle ville venete. Meno conosciuta di altre dimore, racchiude le due anime della villa veneta: luogo di delizie e impresa economica d’eccellenza. 

I vini di Busco nel Settecento nobilitavano i più prestigiosi convivi della Serenissima Repubblica e furono celebrati dal letterato veneziano Gasparo Gozzi. 

“Busco tuttavia non è soltanto vino” chiosa Umberto Bonaldi Scotti, “ma anche una diversificata produzione agricola nella quale alla vite si affiancano il mais, il frumento, la soia, la barbabietola da zucchero e la coltura di specie arboree come il frassino e il pioppo”.

Dal 1996 Villa Zeno è entrata nel novero degli edifici palladiani giudicati “patrimonio dell’Umanità”.

(Autore: Marcello Marzani)
(Foto e video: Qdpnews.it)
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