“Sport e motivazione. Le nostre scelte per vivere bene e in salute”, Gianni De Biasi si racconta: “Devi avere un sogno dentro di te per andare avanti”

Una chiusura degna di nota, quella di venerdì 25 novembre all’auditorium di Banca Prealpi SanBiagio a Tarzo, del tour della prevenzione organizzato dall’Associazione di Mutuo Soccorso ETS NoixNoi con Banca Prealpi SanBiagio e in collaborazione con il Centro Medicina. Protagonista della serata, l’allenatore Gianni De Biasi.

L’importanza della giusta preparazione fisica e la condizione mentale necessaria nell’attività sportiva agonistica, questo il tema della serata intitolata “Sport e motivazione. Le nostre scelte per vivere bene ed in salute”. Presenti all’incontro, il presidente dall’Associazione di Mutuo Soccorso ETS NoixNoi Flavio Salvador e il presidente di Banca Prealpi SanBiagio Carlo Antiga. A moderare la serata il giornalista Marco Ceotto.

Gianni De Biasi, classe 1956 di Sarmede, è un ex calciatore nel ruolo di centrocampista, commentatore tecnico e opinionista. È stato commissario tecnico della nazionale albanese e attualmente di quella dell’Azerbaijan. In Albania, dopo la memorabile qualificazione a Euro 2016, è divenuto cittadino onorario.

“Io sono un lottatore – dice De Biasi -, ho una grande motivazione e non ho mai voglia di smettere. Tutto questo cerco di  trasmetterlo anche ai ragazzi che alleno, ‘prendendoli per mano’. Bisogna ricordarsi che il destino è nelle nostre mani, quindi nulla è precluso, se tu dici ‘posso farcela perché altri ce la hanno fatta’ probabilmente riesci ad aprirti una strada. Devi avere un sogno dentro di te per andare avanti. Una vita da sportivo ti aiuta a rimanere sveglio in tutte le cose che fai”.

“Quando arrivi e devi gestire un gruppo – aggiunge De Biasi – la cosa fondamentale è che tu sia credibile in quello che dici, che tu possa trasmettere quelle sensazioni che faranno loro. Non puoi recitare, devi essere te stesso. Io trasmetto la mia essenza: tirarsi su le maniche, lottare, lavorare e rispettare le regole. Nello stesso tempo si devono dei target che si possono raggiungere se si lavora in un certo modo. Appena arrivo in un gruppo dico: ‘Da oggi con me inizia una nuova storia. Noi insieme faremo delle cose per le quali voi sarete ricordati per sempre. La differenza tra me e quelli che vi hanno allenati prima è che io credo in voi. Se ci diamo una mano, arriviamo agli obiettivi prefissati’. Se non parti con questi presupposti, hai perso in partenza.

“La motivazione deve essere di squadra – conclude De Biasi -, creata con le motivazioni personali di ognuno. La metafora che adopero sempre nella vita è: in montagna puoi andarci in elicottero, però, se tu la scali, il panorama che vedi in cima non è lo stesso di quello che arriva in elicottero“.

Ad intervenire all’incontro, anche due medici del Centro Medicina: la dottoressa Lucia Scotton, medico dello sport, e lo psicologo clinico e psicoterapeuta Andrea Franceschin, che da oltre 20 anni si occupa di benessere psicofisico, personal e mental trainer di atleti professionisti e semi-professionisti.

Motivazione è uguale a prevenzione – dichiara la dottoressa Scotton -. La visita medico-sportiva è un momento preventivo, uno screening necessario per prevedere il futuro. Quando noi neghiamo l’attività agonistica è un trauma perché è questa la prospettiva. C’è però un secondo tempo e bisogna assaporarlo. Lo sport è tanto, bisogna viverlo tutto e tutti dovrebbero fare un’attività sportiva monitorata“.

“La prima motivazione sono i genitori a darla – afferma Franceschin -. Quando noi pensiamo alla nostra salute, non dobbiamo solo pensare a quella fisica ma anche alla salute psico-sociale. Di fronte a dei ragazzi dobbiamo interrogarci anche su quest’ultimo aspetto: dentro come si sentono? Dal punto relazionale come stanno? Questo è il grande passaggio da fare. Anche a 40 anni ci si ricorda se il papà è venuto a vederti perché, se non viene, è una delusione. È una delusione anche non sentirsi dire ‘com’è andata’ ma solo ‘hai vinto o perso’. È importante dare attenzione alle emozioni, la comunicazione è importante. Un altro aspetto fondamentale è dare ai ragazzi la possibilità di sognare. Bisogna accettare la sofferenza di una possibile sconfitta e trovare delle vie alternative focalizzandosi sul compito, non sull’io”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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