Sabato la cerimonia: un pannello di Archeo Susegana per ricordare i danni alla chiesa nella Grande Guerra

Un pannello curato da ArcheoSusegana ricorderà per sempre i danni di guerra subiti, un secolo fa, dalla chiesa della Visitazione Beata Vergine Maria di Susegana.

Con una breve cerimonia in chiesa, in programma sabato 19 maggio subito dopo la messa delle 18, ArcheoSuegana consegna alla comunità un pannello che raccoglie due foto e un breve testo sull’arte perduta (gli affreschi e gli arredi sacri) e salvata (la pala del Pordenone) durante la Grande Guerra. Dopo la messa, verso le 18.45, sono previsti gli interventi di monsignor Tarcisio Bolzan, del sindaco Vincenza Scarpa o suo delegato, del presidente di ArcheoSusegana Sergio Ballotto.

“A 100 anni dalle distruzioni che hanno colpito il Comune di Susegana e la chiesa parrocchiale – spiega Sergio Ballotto – la nostra associazione ha voluto lasciare un segno in uno dei luoghi simbolo di ciò che la guerra produce, qual è la chiesa del paese. È una iniziativa per condividere un pezzo di storia del nostro territorio e per ricordare quei tragici fatti, ma anche un monito contro tutte le guerre, perché ancora oggi in Europa ci sono conflitti aperti e spesso dimenticati come è quello tra Azerbaigian e Armenia”.

Il pannello verrà posizionato su una parete interna della chiesa parrocchiale a testimonianza degli eventi che hanno interessato la chiesa di Susegana durante la prima guerra mondiale, ma anche come monito contro tutte le guerre.

Susegana Pala del Pordenone
Nella chiesa di Susegana, in particolare, è conservata una “Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista, Caterina, Pietro e Daniele” (nella foto), dipinta da Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone. Un’opera che non è andata perduta solo perché durante la Grande Guerra si trovava a Firenze per essere restaurata.

La pala del Pordenone è stata dipinta su committenza della famiglia Collalto; una committenza certificata dal fatto che due dei santi raffigurati, i santi Giovanni Battista e Caterina, richiamano direttamente al conte Giovanni Battista I di Collalto e alla moglie Caterina, che con il cugino, il conte Rambaldo XI, beneficiarono del decreto di Papa Innocenzo VIII del 1486 che concedeva il giuspatronato della chiesa suseganese al casato Collalto.

La presenza del Pordenone nel castello di San Salvatore per l’affrescatura della Cappella Vecchia è del 1510 – 1511. In data successiva il Pordenone ha lavorato alla pala per la chiesa di Susegana, ma la datazione di questa pala non è certa. È certa invece la sua fattura; infatti in un cartiglio al centro del basamento del trono si legge: Joan. Ant. Pordenon.

La pala è collocata in un altare lapideo del XVIII Secolo, quindi molto più recente rispetto alla datazione della pala, che viene certificata dalla professoressa Caterina Furlan dell’Università di Udine, massima esperta del Pordenone, tra il 1516 e il 1518, 500 anni fa. Nel 2107 la parrocchia di Susegana, la famiglia Collalto e il Comune di Susegana hanno dato alle stampe un libro sui 500 anni della pala del Pordenone.

(Fonte e foto: Archeo Susegana).
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