Le chiese di San Giorgio a Collalto e di Sant’Anna a Susegana: le storie antiche di sentite devozioni popolari

Citata come cappella castrense nell’atto di donazione testamentaria del nobile Alberto di Collalto (1138), la chiesa di S. Giorgio di Collalto fu dapprima proprietà dell’Ordine Gerosolimitano (XIII-XVI secolo), divenendo in seguito curazia (XVI sec.) e infine parrocchia (XVIII sec.) affiliata alla pieve di S. Maria di Soligo.

Oltre agli altari di S. Giorgio (citato per la prima volta nel 1348), dei Santi Filippo e Giacomo (1498) e di S. Prosdocimo (1341), la chiesa medievale servì da mausoleo per le sepolture femminili della famiglia Collalto.

Il nuovo edificio, costruito in luogo di quello medievale (1851) e completamente distrutto durante la Grande Guerra (1918), lasciò il posto all’attuale chiesa, progettata da Domenico Rupolo (1927) e notevolmente arricchita nel corso del Novecento dal generoso contributo dei paesani. Sull’altare centrale è stata scolpita da Pietro Stefan una Santissima Trinità che si richiama al tema del Giubileo del 2000, in cui Dio dona per amore suo Figlio in forza dello Spirito Santo, che è la personificazione dell’amore infinito per l’umanità.

L’interno custodisce gli affreschi novecenteschi (Trasfigurazione, Flagellazione e Salve Regina) di Giuseppe Modolo, la pala di San Giorgio che uccide il drago di Guido Pini, le decorazioni di coro, presbiterio e navate laterali di Giovanni Zanzotto (1935) e due statue lignee seicentesche in cui si riconoscono Il vescovo Manfredo di Collalto e San Gaetano.

Uno dei reliquari conserva le sacre spine della corona di Cristo, che furono portate dalla Palestina dal cavaliere crociato Alberto di Collalto per essere donate al vescovo di Ceneda, raffigurato dal Modolo sulla predella della Flagellazione.

Si conservano le reliquie della mistica benedettina Giuliana di Collalto, fondatrice del monastero dei Santi Biagio e Cataldo nell’isola della Giudecca a Venezia (1226), qui rappresentata in una statua lignea di Ferdinand Stuflesser (1955).

Ogni prima domenica di settembre nella parrocchiale si svolge il vespro, seguito da una processione in direzione del colle Tombola, ove si trova un sacello dedicato alla beata con la “forma classica del grande capitello devozionale” (A. Menegon).

Nell’affresco novecentesco di Santa Lucia e beata Giuliana da Collalto di Riccardo Cenedese la santa, invocata contro i mal di testa, è colta in estasi con gli occhi rivolti al cielo e con in mano il libro della Regula di Benedetto da Norcia, il giglio della castità e il pastorale, mentre sullo sfondo si intravedono i castelli di Collalto e di S. Salvatore di Susegana.

In località Mercatelli, vicino a un ponte romano costruito a supporto delle vie imperiali Tridentina e Altinate, sorge la chiesa di S. Anna, sita in un luogo boscoso e romito al confluire dei fiumi Piave e Soligo. Inizialmente alle dipendenze dell’abbazia di S. Maria Lovadina (1265), ottiene nel corso del XVIII secolo l’attuale titulus di S. Anna, invocata dalle madri di famiglia. Dopo i recenti interventi di risanamento e restauro, la chiesuola è stata dotata di quattro statue (S. Giuseppe, S. Rita, S. Antonio e S. Cristoforo) grazie alle donazioni della comunità.

Nei muri esterni, oltre a uno sbiadito San Cristoforo sul lato sud, sono incastonate antiche pietre con misteriose incisioni (tra cui il simbolo esoterico della triplice cinta), mentre all’interno è stata posta una copia della pala della Madonna con Bambino, San Giovannino e Angeli (1537) di Francesco da Milano (ora in museo).

(Fonte: Giuliano Ros).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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