Si è aperto con le note di un pianoforte l’incontro “Gli ultimi saranno i primi” avvenuto ieri sera a Santa Lucia di Piave.
Da giorni circolavano notizie e mappe su come raggiungere l’ormai famoso parcheggio di via Foresto Sud, con tanto di indicazioni su dove parcheggiare l’auto, “onde evitare spiacevoli contravvenzioni”.
L’appuntamento ancora una volta è stato organizzato dal comitato Riccardo Szumski e ha avuto come ospite il portuale di Trieste Stefano Puzzer, oltre che a Martino Zanetti, presidente di Hausbrandt e Leonardo Facco. Per chi avesse avuto dubbi, sulla locandina era precisato che l’incontro sarebbe avvenuto anche in caso di maltempo e gli ospiti non si sono fatti attendere: una vera e propria folla ha riempito il parcheggio e prima degli interventi degli oratori un pianista solitario ha introdotto la serata.
Il responsabile del comitato Fabio Padovan ha attaccato ricordando i fatti di protesta avvenuti i giorni scorsi a Trieste e ha passato la parola a un postino di Pieve di Soligo che dal 15 ottobre sta facendo lo sciopero della fame davanti all’ufficio postale del Comune. Sul palco ha detto: “Ho deciso di protestare con una non violenta non collaborazione e sciopero della fame a oltranza. L’ho fatto perché se devo morire di fame lo farò alla luce del sole perché nessuno dica “non sapevo””.
“Diffidiamo del demonio che ci inganna” ha concluso.
Maria Cristina Cadel, vicepresidente del Comitato Szumski ha poi annunciato che con i fondi ottenuti dalle donazioni a sostegno del gruppo è stato possibile venire incontro a chi chiedeva aiuto: “Intendiamo allargarci con dei contributi verso quei portuali di Trieste che stanno attraversando un periodo di ristrettezze economiche”.
Tra le ovazioni e cori generali è poi intervenuto Stefano Puzzer: “A Trieste è stato difficile ma abbiamo capito che l’unico modo per combattere contro questo Governo è comportarsi come loro non capiscono e non capiranno mai, ovvero essere pacifici e non far parlare il portafoglio ma il cuore – ha dichiarato – Io faccio quello che dovrebbe far chiunque, se insieme facciamo capire che non siamo noi gli extraterrestri ma lo sono loro, saremo già a un buon punto di partenza”.
“Siamo qui per i nostri figli: vedere che mio figlio non può fare sport a causa dei tamponi fa male, dobbiamo lottare per loro” ha continuato.
“Abbiamo fatto l’incontro con il Governo, o meglio con un suo portavoce e gli ho chiesto come si sta a sottostare a un ricatto, a vendere il suo popolo. Dobbiamo essere orgogliosi di lottare per i nostri diritti”.
Dopo uno stacco al pianoforte è intervenuto Leonardo Facco: “C’è una menzogna che ci divide e che dura da 20 mesi. L’obiettivo è controllarci e renderci schiavi”. Citando autori classici ha richiamato i presenti al coraggio per riappropriarsi della normalità.
Parlando di regime dittatoriale, Facco ha associato la lettura di “I medici nazisti” alle testimonianze di chi ha vissuto il Covid: “Queste cose le hanno fatte riaccadere dopo 70 anni con medici complici di questo genocidio” ha affermato. Per ultimo è salito sul palco il sindaco e medico Riccardo Szumski: “Riccardo! Riccardo!” urlavano i presenti. “Vi guardo e mi ricarico per combattere” ha detto ringraziando tutti i presenti e incoraggiando un coro ricordando che “siamo il popolo non siamo schiavi!”.
“Scandaloso che ci sia gente anche dall’estero che chiama per dire che ha il Covid e che non riceve cure adeguate: è la prova che si vuole continuare in un clima di terrore” ha detto.
A Roma, ha sostenuto, “Siete dei criminali” perché manca il coraggio di dire la verità. “Le dimostrazioni le dobbiamo dare dal più piccolo Comune, mobilitandoci, diventando ognuno di noi una cellula di resistenza” ha continuato. Il messaggio che è emerso è che è nata una forma di confronto con il territorio sempre più combattiva: “Ci batteremo fino alla fine” ha concluso il medico tra i cori generali e una catena di mani unite: “Quelli come noi.. quelli come noi”.
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