Vicolo Cadore a San Vendemiano ha assistito ieri sera al taglio del nastro delle nuove sedi AutoBro e Move-Bike, saloni dedicati rispettivamente al mondo delle auto e delle biciclette elettriche, volute dal gruppo Autoteam.
Una cerimonia che ha superato le 300 presenze, tra autorità del mondo politico e associazionistico, assieme all’ospite d’eccezione e dj della serata: il campionissimo Marco Melandri.
Ex pilota di chiara fama, ora Melandri prosegue il proprio percorso sportivo come atleta di primo livello nelle discipline di e-EDR (biciclette elettriche) e, ieri sera, ha svelato la propria passione per la musica, in questo suo ruolo inedito da dj.
I nuovi saloni inaugurati rientrano in un’operazione che intende rendere AutoBro un punto di riferimento come grande Centro Usato Multimarca e nel campo delle biciclette elettriche.
Presenti all’appuntamento il vicesindaco di San Vendemiano Renzo Zanchetta, il sindaco di Conegliano Fabio Chies e il suo vice Claudio Toppan, il consigliere regionale Sonia Brescacin, il consigliere provinciale Mauro Fael, il comandante della Polizia locale di Conegliano Claudio Mallamace.
L’obiettivo dichiarato prima del taglio del nastro, è quello di aprire 100 negozi in altrettante province d’Italia. Una rete capillare in grado di promuovere “un brand nuovo”.
“San Vendemiano è il paese della bicicletta e dello sport – il commento del vicesindaco Zanchetta – Questa nuova apertura porta lavoro e ulteriore presidio del territorio”.
Presenti anche i componenti del cda del gruppo promotore, come Alessandro Lando (amministratore delegato di Move-Autoteam), Alberto Di Tanno (presidente di Intergea), Vito Mandina, Giuseppe Saccani, Antonio Ferrari, Marco Pesce.
L’ospite d’eccezione Marco Melandri
“A Conegliano devo essere già venuto qualche anno fa, anche se non ricordo di preciso”: inizia così la chiacchierata con Marco Melandri, ex pilota classe 1982, che tanto ha fatto parlare per le sue imprese sportive.
Ieri sera si è mostrato all’inaugurazione del salone anche nella veste di dj, forse non a tutti nota, accompagnato da “Califfo”, un amico di Mogliano Veneto.
“Quella per la musica, e per i vinili, è una passione nata a 12 anni – ha raccontato – Per la mia prima gara vinta mi fu regalata una consolle. Faccio una o due serate al mese, proponendo il genere commerciale. Mi piace molto l’elettronica, ma è più di nicchia”.
Una passione che da sempre ha affiancato a un amore ancor più grande per le due ruote che, anche se il suo percorso sportivo si è concluso tre anni fa, lo porta a osservare come si muovono le nuove generazioni di piloti.
“Oggi iniziano fin troppo giovani. Ai nostri tempi tutto iniziava come un divertimento, oggi i genitori portano i figli alle academy e, a volte, capita che proprio i genitori spingano molto queste carriere, magari per il sogno della fama e dei soldi – ha raccontato – Io dico invece che questo percorso richiede tanti sacrifici, la consapevolezza di dover affrontare tante disavventure. Ci vuole impegno e, oggigiorno, c’è anche la difficoltà di trovare degli sponsor ad alto livello”.
“Io provengo dalle case popolari e ho avuto la fortuna di aver incontrato un ex pilota che mi ha aiutato con gli sponsor”, ha aggiunto.
Una carriera sfolgorante che ha lasciato spazio al mondo delle biciclette elettriche: come mai Melandri si è buttato in questo settore?
“Oggi faccio gare senza stress, che mi danno la scusa di poter vedere posti nuovi e di girare – la sua risposta – Tre anni fa ho smesso e mi sono chiesto ‘Ora cosa faccio?'”.
E cosa può mancare di più, o di meno, di quegli anni così adrenalinici? “Sicuramente mi manca di meno il fatto di arrabbiarmi per non aver raggiunto il risultato e sapere il motivo – ha raccontato – Ciò che mi manca di più è sicuramente il fatto di poter guidare una di quelle moto al limite. Mi manca anche salire sul podio e vedere la gente e la squadra gioire con me per la vittoria”.
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