Un pieno di amore e ricordi per l’addio a Simone. Il monito del parroco: “Educhiamoci alla prudenza”

Una chiesa che non è stata in grado di contenere tutte le persone, circa 500, venute a dargli l’ultimo saluto. E una lunga serie di toccanti ricordi, subito prima delle cerimonia funebre vera e propria, che ben testimoniano quanto, pur nella tragedia, lascia qui.

La comunità di Riese, insieme a quelle di Salvatronda e Fossalunga, ha dato oggi martedì pomeriggio il dolente addio a Simone Caico, scomparso a soli 18 anni venerdì scorso in un tragico incidente sulla Postumia, mentre andava a scuola in sella alla sua moto.

Il giovane, residente proprio nella frazione di Vedelago (ma la famiglia è molto conosciuta anche a Riese e Salvatronda dove ha delle attività), aveva due grandi passioni: i motori e lo sport, tanto che aveva militato nelle giovanili del Rugby Paese. Non a caso, insieme ai fiori, sulla sua bara c’era anche una palla ovale e, in chiesa, gli ex compagni al completo venuti a rendergli omaggio.

Ma soprattutto c’erano i familiari di “Marietto”, com’era affettuosamente soprannominato: la mamma Maria Rita, papà Marco, i fratelli Gioia Luna, Samuele e Gabriel, gli zii e i nonni. E’ stata proprio la mamma a lasciare il primo toccante ricordo del figlio: “Era il centro del nostro mondo e siamo fieri di lui – ha esordito -. Un ragazzo altruista, laborioso e instancabile. Se le radici sono forti, del resto, danno frutti come è accaduto per il nostro ‘elefantino’“.

Poi la lettera della sorella, anche questa commovente: “Mi manchi tanto fratellone, non riesco neanche ad andare in camera perché risento il tuo odore e tutto mi ricorda di te”.

“Ci avevi convinto che tutto si può aggiustare – la testimonianza degli zii -. Tu che, sul tavolo, montavi e rimontavi sempre tutto. Ma ora dicci, questo come si aggiusta?“.

L’uscita del feretro

Una domanda che, di fronte alla tragedia avvenuta, riecheggia nella mente e nel cuore di tante persone. Ha provato a darvi risposta, nella sua omelia, il parroco don Giorgio Piva: “Ad ascoltare tutte queste belle testimonianze su Simone c’era anche il Signore, che è qui con noi – ha esordito il sacerdote -. Come si può avere la forza di attraversare un momento così buio? Guardando a Maria”. Poi il monito: “Le cronache degli ultimi giorni ci raccontano di strade insanguinate nel nostro territorio, un fenomeno che ci interroga – ha concluso -. Ci dobbiamo educare alla prudenza“.

E tra un ricordo e l’altro – “Ogni meta che faremo sarà dedicata anche a te”, da parte del Rugby Paese, e ancora “Eri una delle luci del nostro istituto, ci parlavi sempre dei tuoi viaggi in moto e volevi creare un food truck stellato: chissà che non realizzeremo noi questo tuo sogno”, per conto di insegnanti e compagni di classe dell’istituto alberghiero Maffioli di Castelfranco Veneto, che Simone frequentava – la cerimonia, una volta conclusa, ha lasciato spazio alla musica e al rombo dei motori degli amici.

Un modo per ricordare per l’ultima volta una delle passioni di un bravo ragazzo, benvoluto da tutti, la cui vita è stata spezzata troppo presto.

(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Alessandro Lanza)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
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