Salendo il percorso lastricato di via della Valle, a Revine Lago, nulla suggerisce il fatto che, proprio lì, sorge un atelier d’artista, una vera e propria “bottega dell’arte”, così il suo proprietario l’ha definita: si tratta dello spazio creativo di Arcadio Lobato, artista spagnolo che si è letteralmente innamorato a prima vista di questo paese della Marca trevigiana.
L’atelier sorge all’interno di un suggestivo complesso, dal profumo ancestrale: Lobato ha aperto a Qdpnews.it le porte del suo studio, uno spazio suggestivo con le travi a vista e le sezioni rocciose visibili alle pareti.
Un luogo dove si respira l’arte a tutto tondo, vista la quantità di tele (completate o in corso d’opera) presenti, assieme a pennelli, alle classiche tavolozze di legno e a tutti i materiali utili a creare quel gusto per le sfumature cromatiche vivaci che caratterizzano le opere dell’artista.
Artista nato a Madrid che, una volta innamoratosi della Marca trevigiana e del nostro territorio, ha scelto Revine Lago come sua nuova patria e sua fonte di ispirazione.
Illustratore, pittore, docente, scrittore di fiabe e autore di articoli, art director e relatore a svariate conferenze, Arcadio Lobato ha mostrato nel tempo la volontà di esplorare l’arte a 360 gradi, con una predilezione particolare per le rappresentazioni degli scenari naturalistici e antropologici del passato.
Svariati i riconoscimenti ricevuti negli anni per il suo lavoro: premiato dal Ministero della Cultura spagnolo, la sua arte è stata valorizzata anche dalla Biennale internazionale di Bratislava e dalla Fiera dell’illustrazione di Bologna.
Ha inoltre vinto il Premio europeo dell’Album illustrato dell’Università di Padova, mentre il suo primo volume “La valle nella nebbia” è stato incluso nella lista dei trenta libri illustrati più importanti del ventesimo secolo.
L’incontro con l’Italia e l’arte secondo Arcadio Lobato
L’incontro con l’Italia avvenne da giovanissimo, come lui stesso ha raccontato, alla Fiera dell’illustrazione di Bologna nel 1982, dove avvenne un incontro decisivo con una figura di spicco del panorama dell’illustrazione: Štěpán Zavřel.
“Mi colpì la sua casa editrice: entrammo subito in sintonia e diventammo molto amici, nella forma di maestro e discepolo – ha raccontato – Lo ricordo come una personalità poliedrica e trainante”.
Fu per Lobato un’occasione di grandissimo sviluppo, visto questo incontro che lo portò in prima battuta a Sarmede, dove si occupò della formazione di giovani artisti, oggi nomi di rilievo nel panorama dell’illustrazione.
Poi l’incontro con Revine Lago, paese che gli ha ricordato la sua terra di origine: “Mi ricorda molto la mia patria. Mi sono sentito subito a casa e ho recuperato la mia prospettiva – le sue parole – Revine Lago sembra un palcoscenico, dove il paesaggio è lì apposta per essere ammirato. Già conoscevo Revine Lago e, dopo aver abitato a Vittorio Veneto, ho deciso di venire a viverci nel 2016″.
“Devo inoltre citare quella che è stata l’accoglienza delle persone e della zona: mi sono trasformato in un abitante del paese – ha continuato – Credo che sia un luogo incantevole, che offre un certo senso di geometria della forma. Ho sempre fatto caso a ciò che mi circondava, perché già nella mia patria di origine sono sempre stato educato visivamente a quel paesaggio”.
“Prendo molto spunto da Revine Lago, che offre una panoramica tale da facilitare la visione delle cose: io ci vedo un luogo rustico e una sorta di presepe naturale – ha proseguito -. Ecco quindi che l’attività artistica è in coincidenza con l’attività vitale”.
Lobato ha mostrato poi l’attitudine con cui si approccia al lavoro artistico, dipingendo con il suo cappello marrone calcato in testa: “Serve a concentrare la luce dove si vuole – ha rivelato – Amo molto rappresentare figure ancestrali, gli scenari antropologici e i paesaggi di un tempo, Natività: riprendo le scene del passato in cui i contadini hanno letteralmente costruito il paesaggio così come lo conosciamo oggi”.
Il tutto accompagnato da sfumature brillanti di colore: “Credo che il colore sia come una nota musicale. Abitando qui, ho capito che, salendo verso la montagna, i colori si fanno sempre più accesi – ha spiegato – Devo dire che il colore è una mia passione e penso che, come la musica, o hai il senso per la tonalità, oppure non ce l’hai”.
I suoi dipinti, poi, nel tempo mutano e subiscono un cambiamento. “I miei dipinti nel tempo assumono una nuova consapevolezza del volume e del colore – ha affermato – Se un quadro rimane con te, sei sempre in dialogo con lui e, pertanto, va rinnovato: il paesaggio insegna a rivedere i quadri“.
E alla luce di tutto ciò, qual è il consiglio di Arcadio Lobato ai giovani artisti?
“Sicuramente quella di percorrere la doppia strada della pittura e dell’illustrazione: bisogna insistere su una strada molteplice, per non perdere nessuno spunto utile a diventare un artista completo – la sua risposta – Consiglio di studiare bene il disegno in tutte le sue forme e rappresentazioni, fin dall’arte classica, per capire cosa hanno realizzato gli artisti del passato e come l’hanno fatto”.
“Importante anche frequentare dei corsi dove si possano vedere dei maestri dipingere (si impara vedendo fare), cosa che è andata un po’ persa nelle Accademie” ha concluso.
Il concetto di “bottega dell’arte”
L’idea di atelier espressa da Arcadio Lobato è quella di “bottega dell’arte” nella sua accezione passata: “Intendo recuperare lo spirito dell’antica bottega, dove si imparava l’arte ma, al tempo stesso, si mostra ciò che è stato prodotto”, ha spiegato.
Un concetto che lo ha condotto all’inaugurazione della mostra “C’era una volta a Revine Lago. Il presepe dipinto di Arcadio Lobato”, allestita nello stesso atelier di via della Valle a Revine Lago.
Una galleria di tele, che raffigurano scene legate al territorio locale, con un riferimento al passato. A tal proposito, l’atelier rimarrà aperto fino al prossimo 19 gennaio, tutti i sabati e le domeniche dalle 15 alle 18. Stesso orario anche per le giornate del 25, 26 dicembre e del 6 gennaio.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto e video: Matteo De Noni)
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