Si riapre ancora una volta la ferita del caso del Molinetto della Croda, dove il 2 agosto 2014 l’esondazione del Lierza aveva trasformato l’atmosfera di convivialità della tradizionale “Festa dei omi” in tragedia: Maurizio Lot, Luciano Stella, Giannino Breda e Fabrizio Bortolin avevano perso la vita in quell’occasione, lasciando nel dolore le loro famiglie e l’intero Comune di Refrontolo.
E proprio alle vittime ha fatto riferimento il giudice Angelo Mascolo nelle motivazioni che hanno condotto verso l’assoluzione dei quattro imputati – l’architetto Leopoldo Saccon, il geologo Celeste Granziera, il presidente della Pro loco Valter Scapol e il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Annalisa Romitelli – dello scorso gennaio. Mascolo, infatti, avrebbe ritenuto le vittime “imprudenti” nelle motivazioni della sua sentenza, perché non si sarebbero allontanate dal luogo della tragedia nonostante il livello dell’acqua stesse aumentando.
Parole che sicuramente riaprono una ferita nell’animo di parenti e amici delle quattro vittime, una perdita che aveva scosso l’intera comunità di Refrontolo. “Si è trattato di un evento eccezionale – è stato il commento del sindaco Loredana Collodel – e sicuramente in questo momento il pensiero va alle vittime”.
Una comunità, quella di Refrontolo, turbata in questi 4 anni e mezzo da quel 2 agosto 2014 anche dalle vicende giudiziarie riguardanti i quattro imputati i quali – in particolare Romitelli, Saccon e Granziera – secondo il pubblico ministero Mara De Donà non avevano messo in luce la pericolosità idrogeologica dell’area del Molinetto. Una tesi rigettata in tribunale, poiché neppure un Piano di emergenza perfetto avrebbe potuto contrastare la tragedia. Una motivazione ora accompagnata da un’altra, emotivamente più forte, riguardante quattro persone che purtroppo non hanno più possibilità di parola.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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