I fratelli Elmayyah salveranno il Parco di Refrontolo dal degrado: campetti, minigolf, paintball e ristorante di classe

I fratelli Elmayyah
Servizio a cura di Luca Vecellio e Simone Masetto

Questa è l’incredibile storia di un sogno grande settemila e cinquecentro metri quadri, per tre giovani fratelli che non hanno paura di niente. Perché per investire in un’area così ampia come quella dell’ex Parco dei Principi di Refrontolo, le risorse economiche vengono dopo: prima ci vuole il fegato per affrontare il degrado che da anni assedia questo regno, a due passi dalla piazza, tra rifiuti di ogni genere, ruggine, schegge, frammenti, sporcizia, erbacce rampicanti e zanzare. 

L’area del parco dall’alto

Sam, Ihab e Mazin Elmayyah (El Mayyah) sono tre fratelli di Godega di Sant’Urbano, sono cresciuti in Italia, mentre la loro famiglia ha origini egiziane: la loro intraprendenza nasce da anni di duro lavoro, passando dal mondo della cucina e della ristorazione per Sam e per Ihab (anche stellata), fino a quello della meccanica per Mazin, il più piccolo dei tre. 

Sam al centro, Ihab a sinistra e Mazin a destra

E quando Sam, scorrendo il Marketplace di Facebook, vide le immagini di un parco in rovina a Refrontolo, non poté che interessarsene, inoltrare le fotografie ai fratelli e dire: “Oh, ma vi immaginate come sarebbe prenderlo in gestione?”. I fratelli Elmayyah parlano di “Refrontoland” – questo sarà il nuovo nome del parco – con un sentimento tale da entusiasmare, più che convincere l’interlocutore e forse è stato questo l’ingrediente vincente per aggiudicarsi questa possibilità. 

Il parco giochi

Un parco divertimenti da salvare

Sono in molti, i non-più-bambini, a ricordare quel parco, il minigolf e le corse in go-kart, i campi da tennis, la pizzeria e il piccolo parco giochi: già decenni fa il parco funzionava bene, poi l’attività venne gradualmente abbandonata e lasciata in pasto al tempo e ai suoi effetti corrosivi. Oggi l’area sembra il set di un film distopico, con l’erba incolta, le strutture danneggiate e i tanti, tantissimi rifiuti lasciati lì e accumulati da chissà quanti anni. 

Nello spazio centrale dei campi c’era una pista da go-kart

Entrando dai cancelli che danno su via Vernaz, laterale alla principale via Cavalieri, ci si ritrova in un ampio parcheggio che scende leggermente verso una profonda fossa recintata, oggi colma di vegetazione. In futuro, ma questa per ora è solo un’idea, il boschetto nella fossa potrebbe venire adattato a un piccolo parco avventura. 

Vari rifiuti abbandonati negli anni

A destra, separato da alte recinzioni, c’è un primo campo che i fratelli vorrebbero destinare al gioco del paintball, un gioco poco diffuso in Italia ma molto conosciuto all’estero, che consiste in una sorta di battaglia con fucili ad aria compressa che sparano palline di vernice colorata.

Altri rifiuti e pneumatici abbandonati nell’area del parco

Al centro dei campetti, l’area dedicata ai go-kart potrebbe diventare un’area per eventi, mentre sulle fasce laterali sono predisposti altri campi da tennis, adattabili anche ad altri giochi di squadra. Tenendosi sulla fascia destra del parco c’è spazio per un cortile per gli animali, una sorta di mini-fattoria didattica, poi un’area picnic dotata di un laghetto, oggi coperto dalle ninfee.

Sam e Ihab passeggiano nella zona picnic

“Qui vorremmo fare una sorta di area privée, dove è possibile fare una sorta di picnic romantico a lato del laghetto” spiega Sam Elmayyah, che mentre si scaccia le zanzare dalle gambe già immagina la spensieratezza della gente seduta ai tavoli e le risate dei bambini. Sul margine della strada c’è un’altra area verde di competenza che, in caso di necessità, garantirebbe altri parcheggi in caso di grandi eventi.

L’interno della cicchetteria

Più in alto, appena a sinistra, c’è un locale con un ampio terrazzo che diventerà una cicchetteria, mentre in centro al parco c’è una casetta rosa che ospita gli spogliatoi, i bagni e gli uffici del parco.

Il circuito per i bambini o per le auto radiocomandate

Qualche passo più a sinistra c’è una sorta di circuito, adatto sia per le macchine radiocomandate sia per piccole biciclette, un’altra zona adatta ai bambini più piccoli e un parco giochi, che sale verso il ristorante. 

L’ultima buca del minigolf

Nella fascia che precede l’ampio edificio, molto particolare nella sua forma, che ospita il ristorante, c’è il minigolf, con 18 buche. “Inizialmente volevamo togliere tutto, – ammette Ihab, – ma poi, sentendo quante persone ricordavano di questo parco proprio per il minigolf, abbiamo capito quanto possa essere attrattivo se circondato da un contesto che sia bello”. 

La vista del minigolf da un sentiero del parco

La trasformazione del ristorante

L’ingresso del ristorante, sul retro invece vi sarà l’accesso per i disabili

Il ristorante, con bizzarri terrazzini cubici che si affacciano sui vialetti del parco, è luminosissimo grazie alle ampie vetrate a tutto tondo e, nonostante tutto, è anche ben conservato: “L’impresa più grande è stata e sarà ancora pulirlo a fondo. È stato abbandonato tutto così, sembra quasi all’improvviso, e ora sta a noi riportarlo a brillare”.

La sala principale del ristorante

In quella cucina – come spiega Ihab, che avrà proprio il compito di gestire la proposta culinaria del ristorante – verranno creati piatti piuttosto ricercati, per differenziare dal menù della cicchetteria. Vi sarà anche una sala (la più bella, con tanto di “fogher”) dedicata alle cene private.

L’appoggio di una comunità che amò quel parco

Questi ragazzi, tutti sotto i trent’anni, con gli occhi che brillano di entusiasmo e di intraprendenza, stanno facendo effettivamente enormi progressi nel cercare di riportare il parco allo splendore originale, per poi – potenzialmente – superarlo.

In poche settimane, anche grazie al duro lavoro di Luca, un loro carissimo amico, hanno riscoperto dei sentieri pedonali scomparsi sotto alla vegetazione e hanno rigenerato buona parte del ristorante, sul lato più a nord del parco. Ci lavorano ogni giorno, facendosi aiutare anche dagli amici e, vista l’importanza del sito per la comunità, sono sicuri che molti altri si faranno avanti in futuro per dar loro una mano.

“I cittadini a cui abbiamo parlato del nostro progetto, così come il Comune di Refrontolo, si sono detti subito disponibili a venirci ad aiutare. A nessuno piace avere un’area abbandonata vicino a casa e, anzi, tutti ricordano gli anni di splendore di questa zona – continuano a ripeterci in coro Sam, Ihab e Mazin. – Sarà un’impresa difficile, non lo neghiamo. 

Ci siamo divisi i compiti, in modo da andare sempre d’accordo, e veniamo qui ogni giorno, anche dopo il lavoro. Accendiamo la musica e lavoriamo finché non viene troppo buio per continuare. Stiamo partecipando a diversi bandi e dovremo anche cercare il personale giusto, ma noi ci crediamo e per questo siamo convinti di potercela fare. Ci siamo già fissati una data di apertura per il parco e non è lontana: la prossima primavera. Per il ristorante ci vorrà un po’ più di tempo”.

A popolare il regno di quello che un tempo si chiamava Parco dei Principi erano rimaste soltanto due cittadine: Cleopatra, una mula, e una piccola capretta nana che le sta sempre addosso. Con il contratto per l’affitto e la gestione di quest’area, i fratelli Elmayyah non hanno voluto saperne: le due residenti sarebbero rimaste e sarebbero diventate le mascotte ufficiali del parco. E così è stato.

(Fonte: Qdpnews.it – Riproduzione riservata).
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