Voti a tre cifre alla maturità Cavanis di Possagno: cinque centini e tre lodi. “Si prospettano tempi duri, starà a noi superarli”

Secondo la maggior parte dei ragazzi “uscire bene” dalla maturità significa ottenere un voto lievemente superiore, ma proporzionale, alla media scolastica durante l’anno: in molti affermano che superare la soglia del 70 o del 75 in alcuni casi è già un ottimo risultato.

Spesso il voto a tre cifre, il centone, è visto come un punteggio che viene attribuito soltanto a quegli studenti che fanno del proprio percorso scolastico una prioritaria sfida personale. E questa esatta definizione di percorso scolastico è stata quella descritta da alcuni dei ragazzi che dagli esami di maturità del Cavanis di Possagno, suddivisi in vari indirizzi, hanno ottenuto il massimo: la ricerca della perfezione come conseguenza di una volontà personale, non cioè qualcosa di dettato dalla pressione degli insegnanti o dei genitori.

Sono stati anni ostacolati da varie difficoltà – spiega Luigi Vaccari di Pieve del Grappa, cento e lode al liceo classico, – ma io ho cercato di mantenere un rapporto con i miei compagni e con i professori che credevano in me anche durante la didattica a distanza, ho dato del mio meglio per me stesso, indipendentemente dal pensiero del voto. Il sostegno che ho ricevuto dai miei amici mi ha aiutato a convertire la paura e l’ansia dell’esame in concentrazione e sangue freddo”. Oltre a lui, a ottenere la lode sono state Matilde Brombal e Martina Silvia Battaglia, entrambe al liceo linguistico.

“Vengo dalla Francia, ma gli ultimi quattro anni li ho trascorsi qui – dice Mireille Elisa Vincent, voto 100 allo scientifico di scienze applicate, – Quando mi sono trasferita ho dovuto imparare l’italiano, a leggere e a scrivere in questa lingua. Quella che ho trovato ai Cavanis è stata una scuola molto più aperta di quella che ho conosciuto in Francia, dove tutti sono disponibili ad ascoltare e a dare una mano. Certo, ho dato anch’io molto tempo alla scuola, cercando di mantenere la media del nove, ma ne ho sempre ricavato grandi soddisfazioni.

“Alle medie non ho avuto una bella esperienza: non avevo bei voti e per un po’ mi sono convinto di non essere bravo a scuola – racconta Nicola Nazzareno Todesco, 100 al liceo linguistico, che in questi anni ha abitato a Castelcucco ma è originario di Pedavena, – Mi hanno consigliato un istituto tecnico, ma io ho scelto di lasciare tutto, gli amici, la famiglia, e trasferirmi. La mia è una storia di redenzione: i primi voti in prima superiore erano medio-bassi, non conoscevo nessuno. Poi qualcosa è cambiato e i voti si sono alzati sempre di più. Il 100 che ho preso alla maturità è stato merito non solo mio ma di tutte quelle persone che mi hanno supportato, l’intero istituto, che si è presentato a me come una famiglia e che mi ha fatto capire che anche io posso fare qualcosa di grande”.

A fare le congratulazioni a questi allievi sono stati padre Diego Spadotto, direttore dell’Istituto Cavanis, e il professor Ivo Cunial, preside della scuola: “Forse la più grande soddisfazione si è vista sul volto dei docenti delle classi quinte superiori che hanno vissuto con trepidazione e impegno le fatiche degli esami di tutti i ragazzi e le ragazze che, da oggi, possono meritatamente e orgogliosamente definirsi Ex Allievi Cavanis” ha inoltre aggiunto la scuola, con un post dedicato ai maturandi.

In futuro, Luigi vorrebbe diventare un professore di lettere, Nicola un docente di filosofia o storia, Mireille vorrebbe studiare scienze economiche e politiche: davanti a loro, uno scenario non del tutto rassicurante, che però non usura il loro ottimismo. “Personalmente cerco sempre di essere ottimista – commenta Mireille – le notizie che si sentono ogni giorno sono preoccupanti: con i mezzi attuali e anche l’istruzione possiamo cercare di essere motore di un cambiamento, essere consapevoli per prima capire e poi cambiare ciò che va cambiato”.

“Credo che il mondo non regali niente a nessuno – dice Luigi, – sul piano nazionale e internazionale, le difficoltà non saranno poche. Sta a noi trovare il modo di affrontarle e trasformarle in opportunità”.

(Foto: Istituto Cavanis Possagno).
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