Rispetto e valorizzazione del patrimonio architettonico: il convegno di Confrestauro

Conservare il patrimonio architettonico del passato, coniugandolo con l’innovazione del futuro: è il messaggio lanciato ieri nel convegno organizzato da Confrestauro, realtà presieduta da Alberto Rui, dal titolo “Area Unesco, le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene: opportunità, rispetto e valorizzazione del patrimonio architettonico”.

Un appuntamento che si è tenuto nel pomeriggio in Sala Battistella Moccia a Pieve di Soligo.

Un’iniziativa organizzata con il contributo del Comune e il patrocinio del Ministero della Cultura, dell’Ordine degli Architetti di Treviso e del Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg.

L’obiettivo dell’incontro (moderato dell’architetto Michelangelo Pivetta) è stato quello di fare un ragionamento su questioni riguardanti l’identità del territorio, anche tramite il patrimonio architettonico, da valorizzare integrandolo “in modo armonioso” con il paesaggio collinare, grazie a edifici funzionali e dal design sostenibile, “rispettosi della tradizione e aperti all’innovazione”.

A inaugurare il convegno è stato l’onorevole Federico Mollicone (presidente della Settima Commissione Cultura della Camera dei deputati), presente in collegamento, il quale ha evidenziato quanto “i professionisti del restauro siano i custodi del territorio“.

“Questi momenti di confronto sono momenti di riflessione, perché è nostro compito custodire e proteggere quest’eredità”, ha affermato.

Il sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan ha ringraziato “tutti coloro che hanno lavorato per il titolo Unesco”, ricordando quanto il patrimonio sia stato costruito “da persone semplici”: “La sfida oggi è ancora più importante del passato e dobbiamo discutere sul nostro futuro”, ha affermato.

Il senatore Luca De Carlo ha ricordato come, a volte, le regole della Soprintendenza vengano percepite come l’ennesimo ostacolo alla libera iniziativa: “Con il boom economico si è pensato poco al conservare – ha osservato – Riuscire a interrogarsi su come preservare tradizione e innovazione, è il metodo migliore per il futuro”.

Mario Turetta, capo del Dipartimento Attività Culturali, ha ricordato come il territorio nazionale conti ben 60 siti Unesco, l’ultimo dei quali è la via Appia.

“La designazione Unesco richiede un impegno costante, per la preservazione del territorio – le sue parole – I fondi destinati alla cultura sono in aumento, per la valorizzazione di musei, archivi e biblioteche. Accanto alla pianificazione ordinaria ci sono investimenti importanti, anche dal punto di vista degli interventi”.

I relatori del Convegno

A dare il “via” agli interventi di un corposo parterre di relatori, è stato l’architetto Franco Posocco, Guardian grando dell’Arciconfraternita di San Rocco a Venezia, il quale ha introdotto il convegno tramite un resoconto di quello che è stato il concetto e la percezione del paesaggio nel corso dei secoli.

“Il concetto di paesaggio è sorto tanto tempo fa – ha esordito Posocco, ripercorrendo a tappe la storia – L’incastellamento ha portato a un paesaggio a porzioni. Il paesaggio vero e proprio nacque nel Quattrocento. Da ricordare l’importanza della nascita dell’ingegneria e della scienza”.

“Il nuovo sistema agrario venne descritto dai poeti e dai letterati” ha aggiunto, ricordando il ruolo dei nobili che con l’acquisto delle campagne diedero vita a una galleria di ville venete, mentre la pittura immortalava tutto quello che stava avvenendo.

“Nella pittura il paesaggio diventa il protagonista del quadro: non è più una narrazione, ma un modo di vivere – ha osservato Posocco – Non si può dimenticare poi la figura di Andrea Zanzotto e il suo paesaggio veneto: da lui il messaggio del culto della memoria è previsione del futuro”.

Sono seguiti poi interventi mirati sul territorio, con Luigi La Rocca (Capo dipartimento per la Tutela del patrimonio culturale) e Manuel Roberto Guido (docente dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza).

Gli aspetti dell’urbanistica e dell’architettura sono stati affrontati da Antonio Buggin (docente e ricercatore Iuav) e da Amerigo Restucci (presidente dell’Istituto regionale Ville Venete e presidente del Comitato scientifico dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene).

Infine, il tema del recupero e del restauro è stato approfondito da don Mirco Miotto (responsabile dell’ufficio per l’Arte Sacra e per i Beni culturali Ecclesiastici della Diocesi di Vittorio Veneto), dall’architetto Erich Milanese e dal dottore commercialista Alberto De Gregorio.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto e video: Matteo De Noni)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
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