L’amore per la montagna e i suoi sentieri, unito alla curiosità di scoprire le peculiarità culturali di un territorio è il mix racchiuso in “Riscoprire il Monte Grappa”, l’ultimo libro di Giovanni Carraro, pubblicato da Ediciclo Editore.
Un libro che vuole mettere in luce le peculiarità di un luogo che Carraro percorse per la prima volta 50 anni fa, in moto con il nonno.
“Il Monte Grappa lo avevo avvicinato solo una volta, con nonno Dorino (papà di mia mamma, classe 1912), a bordo della sua Guzzi Falcone 500 Turismo – ha raccontato – Arrivammo in cima al Sacrario e rimasi colpito da questa imponenza architettonica. Da allora, non ci tornai più”.
Oggi, a distanza di tempo, il Monte Grappa ha di nuovo trovato spazio nell’esistenza di Carraro, un interesse che si è tradotto in un volume completo di 42 itinerari a piedi e 626 chilometri di sentieri.
Un viaggio alla riscoperta di un paesaggio montano, ricco di tracciati che, come sottolinea lo stesso Carraro, vanno comunque affrontati con una certa prudenza.
Il volume è stato presentato ieri sera a Pieve di Soligo, all’auditorium Battistella Moccia, all’interno dell’iniziativa “Pieve che legge”.
Giornalista, esperto di sentieri e di paesaggio, ideatore del Cammino Unesco, Giovanni Carraro è al suo ottavo libro di escursioni.
Il nuovo libro è frutto di due anni di ricerche, con gli itinerari accompagnati dalle mappe Tabacco.
“Ho scelto di presentare il libro qui a Pieve di Soligo, al Battistella Moccia dove, proprio 13 anni fa, ho debuttato con ‘Riscoprire le Prealpi Trevigiane’ – ha spiegato – Il Monte Grappa è la montagna che fa per me. Con la sua estensione di 400 chilometri quadrati, presenta una scelta di itinerari adatti a tutti”.
Carraro ha riferito di essersi rivolto anche ad esperti, Alpini e al Cai, durante il suo percorso di conoscenza del Monte Grappa.
“Li ho contati, in tutto sono 90 e io li chiamo ‘i magnifici 90’. Ho costruito una rete di esperti”, ha detto, nominando anche il geologo Gino Lucchetta e lo storico Giovanni Tomasi.
“Raccontare le montagne è per me una gioia – ha raccontato – Mi dicevano che c’era ‘una bella montagna, di là del Piave’ e sono quindi andato a esplorare il Monte Grappa”.
Da qui l’inizio di un “percorso di conoscenza” con questo monte, “dalle caratteristiche variabili”, che “cambia man mano che ci si gira attorno”.
“Il paesaggio cambia completamente, il territorio è particolare, se guardato dall’alto”, ha affermato, ricordando anche la storia della ‘Madonnina del Grappa‘, trasportata il 4 agosto 1901, con una processione guidata dal futuro papa Pio X.
Sul piano pratico, Carraro ha specificato che sul Grappa si diramano cinque dorsali, mentre il territorio attraversa tre province (Bellunese, Trevigiano e Vicentino, con la presenza quindi di diversi dialetti) per uno spazio complessivo pari a 400 chilometri quadrati, contro i 300 delle Prealpi Trevigiane.
Una superficie seconda solo all’Altopiano dei Sette Comuni, pari a 560 chilometri quadrati.
Un volume, quello di Carraro, che consente pertanto di conoscere a tutto tondo un territorio montano da sempre prezioso per la comunità.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto e video: Matteo De Noni)
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