Non solo musulmani alla macelleria “Marrakech” di Pieve di Soligo, una realtà frequentata anche da molti cittadini italiani e stranieri di fede cristiana o senza una particolare appartenenza religiosa.
Nella maggior parte dei casi, le macellerie islamiche sono frequentate prevalentemente da fedeli musulmani ma questa consuetudine non vale per quella di Pieve di Soligo dove non è così raro vedere clienti italiani o di altre nazionalità che non pregano nelle moschee e non leggono il Corano.
Attualmente il negozio di via Schiratti è gestito da Abderazak (nella foto) e Rahal, cittadini di origine marocchina, che hanno aperto la macelleria nel 2010.
All’inizio gli italiani facevano fatica ad entrare e neanche la curiosità li spingeva a varcare la soglia del negozio ma, dopo alcuni anni, i clienti pievigini hanno iniziato a frequentare la macelleria apprezzando la varietà e la qualità dei prodotti in vendita.
“Quando gli italiani hanno provato la nostra carne hanno iniziato ad apprezzarci – racconta Abderazak, uno dei titolari – Anche i nostri clienti che non seguono l’Islam hanno imparato a conoscere e a consumare la carne halal, nella quale non è presente il sangue dell’animale, e vengono da noi richiedendoci proprio questa tipologia di carne”.
La definizione halal non viene riferita solamente alla carne ma riguarda tutto il cibo, che deve essere preparato secondo i precetti del Corano, e descrive anche l’abbigliamento, il linguaggio e, più in generale, il comportamento che un buon musulmano praticante deve osservare.
Secondo la religione musulmana la purezza del corpo dipende anche dal cibo che si assume, che deve essere a sua volta puro.
“Oltre alla carne vendiamo anche altri prodotti alimentari del mio Paese o dell’Est Europa insieme all’artigianato marocchino – continua Abderazak – Da me vengono clienti di tante nazionalità, soprattutto macedoni, marocchini, italiani, senegalesi e anche qualche bengalese. La lavorazione della carne nella nostra macelleria è simile a quella italiana però, oltre ai “tagli italiani”, abbiamo anche i “tagli marocchini”. Alcuni clienti italiani ci chiedono dei consigli per preparare piatti della nostra cultura, come il cous cous o altri cibi”.
“I nostri clienti vengono da Pieve di Soligo, Montebelluna, Spresiano, Pederobba, Feltre e altri Comuni – conclude – Da quando abbiamo aperto ci siamo sempre trovati bene sia con l’amministrazione comunale sia con la gente del posto. Pieve di Soligo è una città accogliente ma tutto parte sempre da noi e dal nostro comportamento. Qui vedo che la gente si rispetta ma ci sono anche dei cittadini stranieri che si comportano male e, in questo caso, è giusto sanzionarli”.
L’integrazione, lo si sa, passa spesso dalla tavola e, nel caso di Pieve di Soligo, anche una macelleria, se gestita con passione e professionalità, può diventare uno “strumento” per abbattere i pregiudizi e per favorire il confronto tra culture.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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