Le parole impresse nella ceramica nella Stagione Azzurra di Andrea Zanzotto: inaugurata la collezione esposta al Fondaco del Gusto 

È stata inaugurata ieri, alla presenza del sindaco Stefano Soldan, della vicesindaco Luisa Cigagna e dei curatori Francesco Michielin ed Elisa Fabris, l’esposizione dei materiali lavorati da Andrea Zanzotto nella sua Stagione dell’Azzurro: negli anni Ottanta, il poeta pievigino ha trascorso periodo non lieto, di depressione, che lo portò tuttavia a riscoprire il legame con la scrittura fisica sui materiali.

La mostra è sostenuta da Banca Prealpi SanBiagio e dal Consorzio delle Pro loco del Quartier del Piave al Fondaco del Gusto: voluta e organizzata dall’amministrazione, con un gran lavoro dell’ufficio Cultura e di altre fondamentali figure che hanno contribuito alla collezione e all’allestimento della mostra, espone dopo un anno di lavoro una collezione di circa cento mattonelle e una cinquantina di piatti.

Sono una quarantina i testi del tutto inediti, a volte cambiati per adattarli alle forme dei telai serigrafici o delle piastrelle. Sono esposte anche alcune opere di Giovanni Zanzotto, che per il poeta è stato importante in questa fase di riscoperta.

Al cospetto di cittadini, sostenitori dell’iniziativa e diversi esponenti del mondo dell’arte e della cultura, sono intervenuti anche Ginevra Bompiani, che era già stata a Pieve di Soligo in precedenza per intervistare l’autore, e Andrea Cortellessa: “Quando Zanzotto si ruppe una gamba, dovette per qualche tempo interrompere le sue passeggiate e in qualche misura circoscriversi a casa – ha spiegato il critico letterario – In realtà quel trauma fisico simboleggiava i suoi traumi planetari e non a caso proprio in quel periodo Zanzotto afferma in alcuni documenti di soffrire di una grave nevrosi. È la stessa sofferenza che riflettono gli Hiku, pubblicati dopo la sua morte. Scrivendo, incidendo la materia, tracciando il segno del proprio corpo, beh credo che questo possa avergli giovato. In queste opere si vede la consapevolezza di una sofferenza e quella della necessità di trovare una cura: una cura che evidentemente non vale solo per lui”.

Ha portato la propria testimonianza anche Mario Sutor, che in quell’epoca aveva accolto Zanzotto nella rosa dei suoi artisti, permettendogli di sperimentare e incidere. “Incideva sia in fabbrica, sia a casa – racconta l’imprenditore della Cottoveneto di Carbonera – da noi ha potuto incontrare artisti come Augusto Murer e Tono Zancanaro”.

All’evento, il curatore della mostra Michielin ha presentato la pubblicazione di un “leporello” con dodici progetti in segni-gesti e una serigrafia, con una sezione anche in braille per non vedenti, contenente un manoscritto inedito e una testimonianza di Mario Sutor. Per approfondire i contenuti della mostra, così come scoprire i successivi appuntamenti dedicati al poeta, conviene andare a visitare la collezione presente al Fondaco del Gusto, che rimarrà disponibile fino al 13 novembre nei giorni festivi.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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