Nel clima gioioso dell’evento di ieri, sabato 23 aprile, quando si è svolta la cerimonia di inaugurazione della casa natale di papa Albino Luciani (qui l’articolo), un motivo speciale di festa ha reso la giornata significativa e memorabile: il cardinale Beniamino Stella, originario di Pieve di Soligo, ha ricevuto ufficialmente la cittadinanza onoraria di Canale d’Agordo.
Stella, postulatore della causa di beatificazione e membro del consiglio di amministrazione della Fondazione vaticana Giovanni Paolo I, è stato l’acquirente e donatore alla diocesi di Vittorio Veneto della casa natale di Albino Luciani, per la quale ha contribuito anche in merito all’intervento di restauro, che oggi ha reso la casa completamente a disposizione di visitatori e pellegrini.
Il suo gesto, dopo essere rimasto per due anni riservato, era assurto agli onori della cronaca la scorsa estate (qui l’articolo) e aveva suscitato il plauso da parte dei tanti devoti a Luciani per una scelta personale definita esemplare e di grande generosità verso la memoria dell’amato “papa del sorriso”, scomparso improvvisamente dopo soli 33 giorni di pontificato.
La delibera relativa alla cittadinanza onoraria era stata approvata dal consiglio comunale del piccolo comune delle Dolomiti guidato dal sindaco Flavio Colcergnan il 22 settembre 2021 (qui l’articolo), e si è finalmente concretizzata ieri, quando lo stesso primo cittadino durante il suo intervento ha voluto rendere omaggio al porporato pievigino con il dono della pergamena di attribuzione ufficiale e di una bella effige raffigurante lo stesso Albino Luciani.
Tante le parole di stima e gratitudine rivolte a Stella da parte dei relatori dell’evento convenuti ieri nella chiesa intitolata a San Giovanni Battista. Per parte sua, Colcergnan ha così introdotto il momento della consegna ufficiale: “A nome della cittadinanza che rappresento, porgo i più cordiali saluti al cardinale Beniamino Stella, una figura incredibile per tutto quello che ha fatto per il nostro paese”.
Egli ha poi ricordato che “la comunità di Canale d’Agordo, che aveva gioito immensamente con l’elezione del suo figlio illustre al soglio pontificio, dopo la morte di Luciani si era assopita e annichilita per il grande dolore di questa perdita. Finalmente, con la causa di beatificazione portata avanti con tanto zelo, amore e dedizione dal concittadino Beniamino Stella, è arrivata una bella notizia per il paese, che si è ridestato e animato nel segno della memoria e della riconoscenza”.
Dunque la decisione del consiglio comunale di conferire a Stella la cittadinanza onoraria “in segno di stima profonda e gratitudine” – recita la motivazione scritta sulla pergamena e letta durante la cerimonia – “per tutto il suo impegno nei confronti della valorizzazione della figura del nostro illustre concittadino Albino Luciani, specialmente per essersi speso personalmente e generosamente per la salvaguardia, l’acquisto e la promozione della casa natale del sommo pontefice, luogo di grande significato per gli abitanti di Canale d’Agordo e per pellegrini, visitatori e turisti”.
Una grande emozione dunque per il porporato pievigino, accompagnato in questa occasione da fratelli, sorelle e familiari, insieme a una folta delegazione della sua parrocchia di origine, Pieve di Soligo.
Nel suo intervento ha voluto indirizzare i propri saluti ai “concittadini di Canale d’Agordo”: “Non lo vivo certo come un tributo alla mia persona – ha affermato -, ma sento nel cuore che tale novità rappresenta per me un forte nuovo nesso affettivo con il paese della comunità di Canale d’Agordo, e non può non unirmi ancor più alla venerata figura del più illustre cittadino di questa valle dolomitica, del figlio più significativo di questa antica pieve, Albino Luciani”.
Nell’omelia pronunciata oggi, domenica 24 aprile, nel Duomo di Santa Maria Assunta a Valdobbiadene, il Cardinale Beniamino Stella si è concentrato sul difficile momento che sta vivendo l’umanità, preoccupata per le conseguenze delle guerre che imperversano nel mondo.
“In queste settimane ho incontrato delle difficoltà a parlare di Dio alle persone – ha affermato il cardinale – In tanti si sono fatti queste domande: ‘Dov’è Dio? Perché Dio non interviene?? Ci siamo interrogati sul significato della nostra fede e su questi ‘silenzi di Dio’. La guerra ci mostra che è presente un’umanità folle, che ha perduto il senso del bene e del male e che sembra essersi smarrita. Davanti al Signore dobbiamo togliere le ceneri e cercare il fuoco e la fiamma, un significato a tutto quello che sta succedendo. La soluzione è ancora alzare gli occhi al cielo, sperando che Dio parli, intervenga e capovolga la situazione. Non dobbiamo perderci davanti alle difficoltà e dobbiamo guardare com’è il nostro cuore. Siamo autentici o ci conformiamo troppo facilmente a questo mondo? Non dobbiamo smarrire la strada ma guardare lontano perché Cristo ci chiede di abbandonarci a lui anche davanti alle contraddizioni e alle evidenze di questi tempi. Nei momenti complicati della nostra vita rivolgiamoci a lui con questa invocazione: ‘Signore mio, Dio mio’”.
(Ha collaborato Andrea Berton. Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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