L’anno nero dei ristoranti italiani, speranze e incertezze per un settore strategico dell’economia italiana

Il 2020 non è stato un anno semplice per il mondo della ristorazione e nell’area delle colline Unesco di Conegliano e Valdobbiadene le attese erano ben altre.

Nell’anno appena trascorso, infatti, sarebbero dovuti arrivare nuovi turisti, sulla scia del riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità, avvenuto nel luglio del 2019, per il paesaggio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ma la pandemia ha rivoluzionato tutti i progetti.

Gli investimenti fatti da molti ristoratori e albergatori dell’Alta Marca Trevigiana non sono stati premiati con nuove presenze e per molti è stato difficile trovare la forza per andare avanti.

Le chiusure forzate, le regole sul distanziamento sociale e sulla metratura dei locali hanno sconvolto le abitudini dei clienti ma va detto che, rispetto alle grandi città, il problema degli spazi non è stato un ostacolo insormontabile per gli operatori della ristorazione di questo territorio.

FOTO LORIS

In molti si sono dovuti organizzare, come in tutta Italia, con le consegne a domicilio e con l’asporto, soprattutto durante il lungo lockdown, e non sono mancati i corsi accelerati per imparare a usare meglio i social, vetrine privilegiate per presentare il proprio menù.

Dopo la fine dell’isolamento forzato nelle proprie case, c’è chi si è ingegnato con i tavoli all’aperto, addirittura tra i vigneti (qui l’articolo), ma anche le amministrazioni comunali sono venute incontro ai ristoranti e ai bar concedendo gratuitamente l’occupazione del suolo pubblico ai pubblici esercizi penalizzati dalla riduzione dei posti a sedere, in modo da garantire le distanze di sicurezza per evitare la diffusione del Coronavirus (qui l’articolo).

Tanti speravano di poter salvare l’annata almeno nel periodo delle feste natalizie, ma i numeri dei contagi hanno costretto le autorità regionali e nazionali a introdurre nuove restrizioni che hanno portato alla chiusura dei bar e dei ristoranti dopo le ore 18 e alle pesanti limitazioni della zona rossa e della zona arancione.

Insomma, un anno da dimenticare nel quale solo la stagione estiva ha permesso di respirare un po’ anche se le aspettative erano sicuramente differenti.

Ora tutti attendono di capire cosa succederà nelle prossime settimane anche se i dati che arrivano dalla Regione Veneto e dall’Europa, nonostante la speranza legata all’inizio della vaccinazione per il Covid, fanno pensare ad un altro anno di sacrifici per un settore strategico dell’economia italiana.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
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