Sono trascorsi 10 anni dall’inizio della candidatura e il Canto lirico italiano, o meglio, il “Recitar cantando” (nato più di 400 anni fa) come in passato venne indicato, è ufficialmente divenuto Patrimonio Unesco, per la capacità di rappresentare l’identità culturale italiana nel mondo e di promuovere la conoscenza della nostra lingua nel panorama internazionale.
Un titolo che ha dato al Canto lirico un posto di rilievo all’interno della lista dei beni da tutelare. L’annuncio di questo risultato è stato dato lo scorso 6 dicembre, mettendo così un punto fermo a un lungo percorso, condiviso con il Ministero della Cultura, che ha visto in prima linea tutte le realtà di rilievo del settore. Realtà riunite dal Comitato per la salvaguardia dell’arte del canto lirico italiano.
Si tratta di un titolo volto a valorizzare il Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, che conta oltre 16 “tradizioni vive”, tra cui il teatro dei pupi, i tenores sardi e la liuteria di Cremona.
Un’arte, quindi, che nel tempo si è sviluppata con compositori, librettisti, cantanti e musicisti.
Un patrimonio, quello dell’Opera lirica italiana, a cui è stato reso omaggio domenica 10 dicembre, nel corso della 26esima edizione del Concerto di Natale in Senato, con l’orchestra e il coro della Fondazione Arena di Verona, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Uno sguardo al passato della lirica, tra Toti Dal Monte e Maria Callas
Sono diversi i nomi degli interpreti che hanno fatto grande l’Opera lirica nel mondo, come la veneta Katia Ricciarelli fino all’intramontabile voce di Luciano Pavarotti.
Pensando al nostro territorio e alla città di Venezia, sicuramente i primi nomi a venire in mente sono quelli di Toti Dal Monte (1893-1975) e di Maria Callas (1923-1977), entrambe legate da un particolare anniversario della loro nascita, festeggiato proprio quest’anno.
Toti Dal Monte (Antonietta Meneghel) fu un nome particolarmente affezionato all’area del Pievigino, dove lo scorso 27 giugno sono stati celebrati i 130 anni dalla sua nascita.
Originaria di Mogliano Veneto, l’“usignolo della lirica” (così come venne ribattezzata) debuttò alla Scala di Milano, portando avanti una carriera ricca di soddisfazioni dal 1916 al 1948. Visse per diverso tempo a Pieve di Soligo, dove ricevette la cittadinanza onoraria.
Popolarissima nella prima metà del Novecento e talento plasmato da Arturo Toscanini, si avvicinò anche al cinema con le pellicole “Il Carnevale di Venezia” e “Anonimo veneziano” e frequentò nomi di spicco del tempo, come Gabriele D’Annunzio, Eugenio Montale e il poeta pievigino Andrea Zanzotto.
Fu molto amica di Lino, chef dell’omonima Locanda di Solighetto, che le dedicò addirittura un particolare risotto, con filetti di sogliola e crema allo zafferano.
Un attaccamento a Pieve di Soligo fu quello di Toti Dal Monte, paragonabile a quello che ebbe Maria Callas con Venezia. Città che proprio lo scorso 2 dicembre ha festeggiato i 100 anni dalla nascita della soprano.
Nonostante un contratto con l’Arena di Verona (dove conobbe il marito Giovanni Battista Meneghini), fu proprio Venezia e il suo Teatro La Fenice a consacrare il suo talento e a dare slancio alla sua carriera: lì, nel 1947, si esibì con il “Tristano e Isotta” di Wagner, diretto da Tullio Serafin, originario di Cavarzere (Venezia).
Successivamente si esibì per sette anni di fila al teatro veneziano, legandosi così in maniera indissolubile al melodramma italiano. Proprio nel capoluogo lagunare la Callas vestì i panni di Norma del Bellini e di Violetta della Traviata di Verdi, senza contare il suo cavallo di battaglia, ovvero la Medea di Luigi Cherubini.
E proprio interpretando Medea visse l’avventura cinematografica con Pier Paolo Pasolini. Come Toti Dal Monte, anche Maria Callas ebbe un rapporto intenso con la città a lei cara: varie sono le immagini che la ritraggono al Lido, in piazza San Marco, di fronte al ponte dei Sospiri, mentre c’è chi ricorda la sua predilezione per il ristorante “Al Colombo”, collocato in Calle del Teatro.
Proprio in quella città, inoltre, avvenne l’incontro con il grande amore della sua vita, l’armatore Aristotele Onassis nel 1957, durante una festa organizzata in onore della soprano dalla giornalista statunitense Elsa Maxwell, all’hotel Danieli.
Due nomi, quello di Dal Monte e Callas, che ebbero in comune l’amore per un luogo della nostra regione, luogo che seppero vivere appieno, dimostrando un talento in grado di far conoscere al mondo intero il patrimonio del Canto lirico italiano.
(Foto: archivio Qdpnews.it – Wikipedia. Video: archivio Qdpnews.it).
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