Una serata di risate, intrisa di tanti consigli e lezioni di vita preziosi: ieri, venerdì, a Villa Brandolini d’Adda di Solighetto si è tenuto il terzo appuntamento della rassegna “Sorsi d’Autore”. Ospiti d’eccezione, l’imprenditore Oscar Farinetti e l’umorista Dario Vergassola.
Sorsi d’Autore 2023
Quattro appuntamenti di alta enogastronomia, raffinata convivialità e cultura contemporanea nell’eleganza e bellezza di quattro tra le più importanti Ville Venete: è giunta alla sua 24° edizione la rassegna multisensoriale della Fondazione Aida “Sorsi d’Autore”.
Con visite guidate nelle storiche bellezze venete, degustazioni di vini pregiati ed eccellenze gastronomiche, la rassegna intende creare un momento di dialogo conviviale con personalità di spicco. Quest’anno in programma ci sono gli incontri con Michele Serra, Serena Dandini, Oscar Farinetti in dialogo aperto con i Sommelier Ais Veneto e personaggi di spicco della cultura popolare italiana come Dario Vergassola, Luca Telese e Luca Sofri.
Una folla di pubblico ieri si è recata in Villa per vivere l’incontro con Farinetti. Nato nel 1954 in Piemonte, Oscar è un imprenditore, dirigente d’azienda e scrittore italiano fondatore della catena Eataly ed ex proprietario di Unieuro. L’importanza dello studio e della lettura: sono questi i fondamenti che Farinetti ha più volte evidenziato durante l’incontro.
“Quattro chiacchiere” con Oscar Farinetti
“Siamo tristi: noi, il popolo che ha avuto la fortuna di nascere nel più bel Paese del mondo, secondo un sondaggio del 2019 basato su 130 nazioni, è il più triste – ha detto Farinetti -. Il Bangladesh è terzo nella classifica per indice di fiducia nell’ottimismo, il motivo? Ha la pancia vuota, un po’ come noi negli anni ’60. Fiducia e senso della vergogna sono i due sentimenti che viaggiano nei momenti più belli dei popoli. Bisogna essere ottimisti nell’arco di tutta la nostra vita: per vincere qualunque sfida, non dobbiamo mai mollare. Se combatteremo cinque minuti in più dei nostri avversari, vinceremo”.
Lei gira il mondo e l’Italia in continuazione: che idea si è fatta del Veneto sul piano della promozione turistica ed enogastronomica, siamo più avanti rispetto ad altre Regioni, e, a suo avviso, quanto potenziale inespresso vede nel nostro territorio?
“Se i numeri valgono ancora qualcosa, sul turismo siete i primi in assoluto – risponde Farinetti -. Avete tutto: il mare, le più belle montagne del mondo, i laghi, la zona collinare e Venezia. Avrete sempre più il problema di saper gestire il turismo e di riuscire ad organizzarlo senza farlo diventare un patrimonio di ricchi, ma per appassionati. Ci sono tante zone in Italia con potenziale inespresso enorme, voi lo esprimete abbastanza bene. Secondo me dovete riuscire a portarlo di più verso la parte culturale, come questa stasera”.
Farinetti, le lanciamo una piccola provocazione: avrà sentito parlare del libro di Alberto Grandi “Denominazione di origine inventata” che smonta alcuni “miti” del Made in Italy. Da patron di una catena come Eataly, quanto c’è di narrativo dietro al mito delle tipicità italiane? E questo “mito” è sempre sinonimo di qualità?
“C’è troppa ignoranza, viene raccontato male il Made in Italy e non si studia bene, in particolare adesso che c’è molto sciovinismo – spiega -. Siamo bravi come capacità manifatturiera, però siamo dei pessimi narratori. Dobbiamo smetterla di arrabbiarci per l’italian sounding, per l’imitazione. ‘Non è felice l’uomo che nessuno imita e invidia’: speriamo che continuino a imitarci perché il giorno che smetteranno sarà un problema, vuol dire che non saremo più bravi. Bisogna leggere e studiare attentamente”.
In una recente intervista suo figlio Francesco ha definito la generazione Z, dei giovanissimi, come la generazione G, ovvero Green. I giovani imprenditori di oggi secondo lei sono all’altezza della sfida legata alla sostenibilità?
“Andando nelle università, vedo i ragazzi tra i 19 e 23 anni con la borraccia, con un grande senso di sostenibilità: questa sarà la generazione che ci toglierà dai problemi – continua -. Ce la faranno perché sono nati nelle difficoltà, non hanno più la sicurezza di avere un miglior benessere dei propri genitori: dovranno conquistarselo. Siamo sulla buona strada con loro”.
Qual è a suo avviso una delle lezioni più preziose che possiamo trarre dal suo libro autobiografico “NeverQuiet”?
“Imparare a gestire l’imperfezione, capire che siamo imperfetti e non possiamo cercare la perfezione ma dobbiamo saperla gestire – afferma Oscar -. Bisogna poi imparare a copiare bene da quelli più bravi di noi. Bisogna restare giovani nella testa: parlare dei temi comuni, non solo di quelli personali. ‘Think Lock global’: pensare locale, studiare il nostro paese e andare a venderlo nel mondo”.
Un messaggio che vuole rivolgere ai giovani?
“Cari giovani, non prendete mai consigli da quelli della mia generazione che vi stanno consegnando l’Italia con 3000 miliardi di debiti e un problema ambientale enorme. Fate come vi pare che farete sicuramente meglio di noi”, conclude Farinetti.
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