Con sessant’anni di esperienza, ventisei supermercati e ipermercati tra Veneto e Friuli Venezia-Giulia, oltre 700 collaboratori e un fatturato che nel 2021 si avvicinava ai 250 milioni, Supermercati Visotto è una delle realtà dell’area trevigiana che ha dimostrato di saper coniugare un’attenzione al mercato locale con un’espansione costante e mirata. La storia dell’azienda è legata a una tradizione che nasce da tre fratelli, Antonio, Francesco e Sergio, che si concretizza con l’apertura, nel 1959, del primo, leggendario, casoin di Meduna di Livenza.
Da lì in poi, lo sviluppo, per i Visotto, instancabili lavoratori e specialmente ambiziosi nella scelta di aumentare sempre più la scelta disponibile tra gli scaffali, è stato inarrestabile: fino a quando gli alimentari non si trasformarono in ipermercati. Recentemente Supermercati Visotto ha rilevato l’ex Bennet a Pieve di Soligo. Decidiamo così di fare due parole con il vicepresidente Roberto Visotto, che ci parla anche della visione strategica verso il futuro, che non è affatto scontato per realtà legate al territorio.
Se dovesse riassumere in poche parole la storia della sua attività, quali sarebbero i valori che citerebbe per primi?
In primis il prezzo basso tutto l’anno come linea guida aziendale, questo per garantire accessibilità a prodotti di qualità per tutti i portafogli. Altro punto cardine è il vasto assortimento col quale andiamo incontro alle esigenze sempre nuove dei nostri clienti. Infine, l’eguaglianza per tutti i clienti: non abbiamo tessere fedeltà perché vogliamo che chiunque entri nei nostri super e ipermercati possa davvero risparmiare dal suo primo acquisto.
Il suo settore subisce le oscillazioni sia dei mercati alimentari sia delle preferenze e delle tendenze dei consumatori. Com’è possibile mantenere un equilibrio economico in questo contesto?
Questa domanda si lega alla riorganizzazione interna che stiamo portando avanti da tempo. Abbiamo dato maggiore struttura al ramo aziendale dedicato agli acquisti affiancando ai buyer senior (professionisti di grande esperienza negli acquisti) giovani buyer junior che con costanza, attenzione e precisione tengono monitorato il mercato di ogni specifica categoria merceologica di modo che lo scaffale si presenti sempre attuale nel suo assortimento.
Per un po’ di tempo si è parlato dei supermercati digitali: la tradizione e l’esigenza di avere ciò che ci serve subito potrebbe portarci a sostituire i punti vendita fisici in futuro secondo lei?
Il Covid-19 ha dato una forte accelerata ai negozi online dell’alimentare e non nego che stiamo studiando anche noi questo tema da parecchio tempo. Infatti, il 2023 è l’anno in cui lanceremo il nostro e-commerce col quale gradualmente copriremo il territorio già presidiato dai negozi fisici. Per noi questo nuovo ramo del business non è volto a cannibalizzare il lavoro che già svolgiamo nei super e ipermercati ma è un servizio in più̀ che vogliamo mettere a disposizione dei nostri clienti affinché possano sceglierci anche comodamente dal divano di casa loro.
Oggi i supermercati rendono più semplice la vita anche a quelle persone che soffrono di intolleranze alimentari o che hanno fatto delle scelte particolari, come i vegetariani, che sono sempre di più. La vostra realtà come si è evoluta da questo punto di vista?
Collaboriamo in maniera molto stretta con il mondo della produzione alimentare tenendoci aggiornati rispetto a tutte le novità che vengono proposte e scegliendo poi quelle adatte ai nostri clienti tipo. Col tempo nei nostri scaffali abbiamo dato sempre più spazio a prodotti idonei ai celiaci e agli intolleranti al lattosio, lo stesso vale anche per i prodotti vegani e vegetariani rivolti a chi ha fatto una particolare scelta etica e anche a prodotti salutistici, ricchi in proteine o a ridotto contenuto di sale volti a clienti con stili di vita ben precisi.
Oggi si dice che la causa della chiusura delle botteghe sia anche riconducibile all’apertura di grandi centri commerciali: che consiglio darebbe al proprietario di un “casoin” in questo momento storico?
Devono differenziarsi dall’assortimento che propone la grande distribuzione e puntare sui prodotti locali, a km 0 e sulla tradizione. Devono far trovare al cliente quei prodotti così ricercati, così legati alla tradizione e dal gusto autentico di una volta che l’acquisto diventa quasi una coccola, un regalo, un’esperienza. Il tutto accompagnato da una buona presenza sui social perché fare il “casoin” oggi è una questione sì di selezione come un tempo, ma mostrata con i mezzi di comunicazione di oggi.
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