Digital meet in collina: comunità educante e dialogo sociale per l’alfabetizzazione digitale

Il digitale come ago e filo, il Paese come un tessuto da ricucire. Il motivo che ha spinto Gianni Potti, presidente della fondazione Comunica e fondatore di Digital meet, a portare sulle colline un format consolidato in grandi centri è la necessità di raccontare un argomento tanto traversale alla società partendo dai territori, muovendo le comunità, e non solo dalle città.

Digital meet – Video di Monica Ghizzo

L’evento, ospitato con grande attenzione dall”amministrazione di Pieve di Soligo, rappresentata dal vicesindaco e assessore alla Cultura Luisa Cigagna nella mattinata per la parte d’evento riservata alle scuole, che hanno riempito uno strabordante auditorium Battistella Moccia, e dal sindaco Stefano Soldan nel pomeriggio in Villa Brandolini, è testimone della volontà non solo di comprendere i meccanismi del digitale, ma anche di farsi, con urgenza, interpreti degli stessi.

“Un errore da non fare, quando si parla di digitale, è sovrapporlo alla sola tecnica – racconta Roberto Masiero, professore Iuav, presidente dell’Osservatorio locale per il paesaggio delle colline di Conegliano Valdobbiadene e coordinatore del comitato scientifico di Fondazione Fabbri – Il digitale non è solo l’esito di un’evoluzione della tecnologia, è un modo di pensare”.

Alle spalle del professore in auditorium, in parte per catturare l’attenzione di centinaia di ragazzi di medie e superiori, in parte perché perfettamente puntuale, compare il maestro yoda. “Devi disimparare ciò che hai imparato. Fare o non fare, non c’è provare”. La logica del modo di produzione digitale. Non più la linearità produttiva del modo di produzione industriale, non più il suo bisogno organico di saperi specialistici, per produrre merci il più possibile in modalità standard. La logica del digitale è disruptive: non più lo standard ma la differenza, non più i prodotti ma i processi.

In quest’ottica ogni cambiamento, ogni imprevisto è come un’onda: bisogna imparare a surfare per governarla. E per fare ciò, è fondamentale partire dall’istruzione ma con la consapevolezza che la comunità educante pur avendo come base la scuola riguarda tutto il territorio.

“Se guardiamo qualche dato – continua Masiero – ci rendiamo conto che i registri di classe raccolgono già in modo gerarchico le informazioni relative a 400 milioni di ore di didattica, per 8 milioni di studenti, 1 milione di docenti, 400.000 classi, in 8.029 istituzioni scolastiche. La loro articolazione gerarchica però non fornisce alcun supporto all’integrazione orizzontale, i ragazzi non si formano solo nelle ore in cui sono in aula”.

Incredibili opportunità di produzione di valore sono poi controbilanciate da pericoli che bisogna conoscere per arginare, come ha spiegato ai ragazzi Mirco Stradiotto, digital evangelist di Digital meet, dando loro consigli per fare esperienza della vita online in sicurezza.

Nel pomeriggio, in Villa Brandolini, professionisti dell’innovazione hanno pensato all’applicazione delle loro conoscenze al tema ”Prosecco e territorio”.
È innegabile la sovrapposizione identitaria che ora esiste tra questo territorio e il suo vino ormai noto in tutto il mondo, con i suoi 100 milioni di bottiglie prodotte.

Per questo Nicola Martinelli, presidente di eFM, ha avviato un dialogo con ChatGPT, cocostruendo un contenuto con l’intelligenza artificiale, allenandola a immaginare scenari nuovi, educandola con nuove informazioni da processare. E ChatGPT ha cominciato a imparare a trovare linguaggi diversi per ogni piccolo cambiamento, così da permettere una narrazione della stessa esperienza, della stessa bottiglia di vino, potenzialmente differente per ogni individuo.

E, dopo la relazione accademica del professor Alessandro Sperduti (Università degli Studi di Padova) che ha spiegato al pubblico cosa sia scientificamente un’intelligenza artificiale e che impatto possa avere sulla società, Gianpaolo Greco, direttore creativo del team XR Uqido, società che aiuta le imprese a realizzare prodotti digitali d’avanguardia, ha ipotizzato mosse digitali, come la creazione di nft, per accedere a esperienze nel mondo reale.

Il digitale non è il futuro, è il qui e ora, ed esserne spaventati senza dialogarci è la peggior cosa che possiamo fare. Non è combattendo ma comprendendo i programmi che ci agiscono che miglioriamo il nostro agire.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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