Ancora gravissime le condizioni dell’83enne legato e picchiato a Pieve di Soligo. In carcere il presunto rapinatore: è un 36enne marocchino

Rimangono gravi dopo la notte trascorsa all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso le condizioni di Adriano Armelin, l’83enne pievigino brutalmente picchiato e legato ieri sera: tutti i sospetti sono su un marocchino di 36 anni che si sarebbe introdotto all’interno della sua abitazione probabilmente poco dopo le 19 di ieri, venerdì 25 marzo. “Quando lo ho visto che lo caricavano sull’ambulanza era fermo immobile – ha spiegato un testimone – sembrava privo di sensi. Speriamo che le sue condizioni migliorino”. 

L’ottuagenario vive da solo nel proprio appartamento di via Schiratti, nella centralissima via che porta a piazza Vittorio Emanuele II di Pieve di Soligo. Diversi anni fa rimase vedovo, ma decise di rimanere a vivere nella stessa casa. Prima della pensione era stato contitolare di una ditta di elettrauto.

I due figli, che vivono distanti, sono sempre in contatto con il padre e proprio uno di loro, allarmato dall’irreperibilità del genitore, ha deciso di recarsi nella sua abitazione ieri sera. Probabilmente è stato proprio lui il primo a trovare il corpo privo di sensi del padre a terra, con ferite alla testa e ampie tracce di sangue. 

Negli stessi istanti un vicino di casa ha sorpreso il marocchino all’interno della sua proprietà e, insospettito anche dalle grida di una signora che diceva che il nordafricano era un ladro, lo ha fermato fino all’arrivo dei Carabinieri. Saranno le indagini dei militari di Vittorio Veneto, che per tutta la notte hanno ascoltato il giovane piantonato in ospedale, a stabilire se l’intrusione fosse finalizzata a un furto poi trasformatosi in rapina o ad altro. “E’ molto probabile che saltando si sia rotto una gamba – spiega l’uomo – quando l’ho fermato continuava a dirmi che lo avevo picchiato e che ero stato io a fargli male”.

Altri dubbi restano da chiarire, ad esempio come abbia fatto l’uomo a introdursi nella casa e perché sia saltato dalla finestra invece di usare la porta per scappare. “L’anziano non apriva mai la porta del negozio che dà sulla via – conferma un vicino di casa – entrava sempre dal garage che comunica con l’abitazione. Quando sono arrivato la porta però era aperta. Probabilmente, ma sono solo ipotesi, l’aggressore è scappato dal retro perché spaventato dall’arrivo del figlio”.

Saranno sempre le indagini dei Carabinieri a chiarire come e perché Armelin sia stato trovato al piano terra, legato (probabilmente con delle corde rosse trovate in uno sgabuzzino), nonostante abiti al primo piano. Rimane da chiarire, inoltre, l’ora dell’intrusione nella casa dell’anziano e come si siano svolti i fatti all’interno di essa e quando sia scaturita l’aggressione.

Il presunto autore dell’aggressione di ieri sera è stato arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Vittorio Veneto e su disposizione della Procura della Repubblica di Treviso è stato condotto nel carcere di Santa Bona. Per lo straniero si configura, come prima ipotesi di reato, quella di tentata rapina aggravata in abitazione.

Via Schiratti non è purtroppo nuova ad aggressioni violente: una decina di anni fa, tre rapinatori armati di pistola fecero irruzione all’interno della gioielleria Toffolatti facendo fuoco su uno dei titolari, che riuscì a salvarsi.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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