Il 27 ottobre 1919 nasceva un cittadino illustre di Pieve di Soligo, don Mario Gerlin, che fu sindaco, insegnante e sacerdote missionario, ricordato come “l’angelo dei lebbrosi”.
L’Associazione nata in sua memoria, “Amici di don Mario Gerlin”, e tutta la comunità pievigina lo ricorderanno e gli renderanno omaggio nella messa di sabato 29 ottobre alle 18.30 in Duomo: ad animare la celebrazione religiosa sarà un’ospite davvero speciale, il soprano Michiko Hayashi.
Hayashi, di origine giapponese, vive in Italia da molti anni: da giovane ha vinto una borsa di studio per il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, e contemporaneamente ha studiato a Treviso con Mario Del Monaco, celebre tenore, a cui oggi è intitolato il teatro comunale del capoluogo.
La cantante lirica, di fede cattolica, ha fatto parte a lungo del coro del teatro La Fenice di Venezia, e sabato regalerà un prezioso spettacolo a tutti i presenti. Durante la messa si esibirà in tre canti, accompagnata dall’organista del Duomo pievigino.
“Questa messa, accompagnata dal soprano Hayashi – commenta la presidente del sodalizio, Pierina Gerlin – vuole essere un momento di aggregazione per i soci e tutta la comunità nel segno della memoria grata e del ricordo affettuoso del nostro caro don Mario”.
La figura di don Mario Gerlin è stimata e benvoluta per aver contribuito a fare cadere definitivamente le barriere psicologiche e culturali sulla lebbra e aver ridato dignità a coloro che erano affetti da questa malattia.
Educato in una famiglia profondamente religiosa, Mario Gerlin abbandona la sua fede a 17 anni. Partecipa alla Seconda Guerra Mondiale come sottotenente di fanteria e, ritornato a casa, si dedica all’insegnamento nelle scuole elementari. Nel 1957 ritrova la fede perduta in giovinezza. È sindaco di Pieve di Soligo dal 1960 al 1969, anno di svolta per la sua vita: a dicembre viene ordinato sacerdote per l’imposizione delle mani di monsignor Albino Luciani, allora vescovo di Vittorio Veneto, beatificato da papa Francesco nello scorso settembre.
Nel febbraio del 1970 padre Mario parte missionario in Africa per il Burundi, dove rimane fino al giugno del 1972, quando avviene il terribile genocidio della popolazione Bahutu: qui incontra per la prima volta i lebbrosi, ai quali dedicherà poi tutta la sua vita.
Nel marzo del 1974, assieme al dottor Marcello Candia, parte per il Brasile e diventa il primo cappellano italiano della colonia degli hanseniani (lebbrosi) di Marituba, in Amazzonia, visitata poi da papa Giovanni Paolo II nel luglio del 1980: a questa, don Mario si dedica con grande impegno di riqualificazione e miglioramento della struttura e delle condizioni di vita degli ospiti. Nel 1980, con lettera di presentazione della Conferenza Episcopale Brasiliana, don Gerlin visita tutti i 35 sanatori – ospedali di hanseniani dell’immenso Paese, percorrendo circa 40mila chilometri in sette mesi di viaggio, e portando ai 15mila internati un messaggio di amore, fraternità e speranza a nome della Chiesa brasiliana.
Il 5 dicembre 1984 don Mario presenta a Giovanni Paolo II – durante una udienza particolare – l’hanseniano Antonio Magalhaes Martins, costretto a vivere in una poltrona a rotelle: si tratta di un evento eccezionale e storico, perché è la prima volta che un hanseniano, con i segni della malattia sul volto e sulle mani, entra in Vaticano e viene ricevuto dal Papa.
Nel 1992 è tornato in Brasile per vivere l’ultima fase della sua esistenza tra gli amati hanseniani, da lui definiti “gli ultimi degli ultimi”, trovando la morte il 27 febbraio del 1993: don Mario Gerlin è sepolto nel piccolo cimitero del villaggio “Sao Francisco de Assis” a Bambui.
(Foto: Amici di don Mario Gerlin).
#Qdpnews.it