I “veci” di Fietta (Pieve del Grappa) raccontano che “con le strade bianche si giocava al Bòt”. Ci giocavano a Sant’Andrea, nel piazzale davanti alla chiesa, e a Madonna della Salute. Un tempo queste date costituivano una tradizione irrinunciabile: una di quelle giornate di festa che i ragazzi aspettavano contando i giorni. Al Bòt si giocava in due squadre da tre componenti che ruotavano, a turno, alternandosi tra battitori e, potremmo dire impropriamente, ghermitori.
Bastavano un campo delimitato da un piccolo palo di legno, il “pindol”, (che serve anche per valutare le distanze) due mazze e “la lipa” (una sorta di piccolo cilindro che fa da “palla” in questo particolare gioco che ricorda un po’ il baseball americano). Piccole cose che tuttavia erano sufficienti a intrattenere un paese intero, all’aperto, in una fredda giornata di novembre.
Nella Pedemontana del Grappa, questa tradizione, che in altri paesi del trevigiano è simile ma ha altri nomi e regole diverse, sopravvive grazie al Gruppo Alpini di Fietta: ogni anno da 40 anni, in occasione del 21 novembre, festa della Madonna della Salute, il gruppo raduna i migliori giocatori di Bòt, coronando con un torneo anche quelli che definiscono con spiccata ironia “i campioni del mondo”, questo perché sono gli unici a praticarlo.
Visitando lo stand allestito dagli Alpini lungo via Madonna della Salute, in un ampio spazio verde, e accolti dal capogruppo Marco Pupetti, percepiamo effettivamente un’atmosfera d’altri tempi: si ride e si scherza, si beve vino caldo e si tagliano fette di soppressa a volontà, si guardano questi campioni di Bòt, tra veterani e nuove leve, sfidarsi con spirito di sacrificio (specie nel prendere al volo la lipa, che è “ruvida” e pesante), ma anche ridere tanto e insieme. Alla luce del tramonto, che si spegne dietro la sagoma del Monte Grappa, si incoronano i campioni mondiali, in uno scorcio di folklore locale che è ancora una volta in grado di stupirci.
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