“Priorità alla scuola”, “La scuola a distanza non è la soluzione”, “Noi le regole le abbiamo rispettate” e “La scuola si fa a scuola” sono solo alcune delle frasi scelte per gli striscioni e per i cartelloni utilizzati dai genitori rappresentanti di classe che hanno partecipato al sit-in di protesta di questa mattina davanti alle scuole di Onigo e Pederobba.
L’iniziativa era stata lanciata in questi giorni dal Comitato Genitori Pederobba che aveva anche invitato le famiglie del paese ad esporre simbolicamente, in ogni abitazione dove c’è un alunno in Dad, un grembiule e uno zaino per dar voce ad una forma di protesta silenziosa per descrivere la situazione di disagio e le difficoltà vissute all’interno delle case.
Il sit-in si è tenuto nel rispetto delle regole sul distanziamento sociale e delle misure per il contrasto al Covid.
Quella di Pederobba è soltanto una delle tante manifestazioni pacifiche di protesta che si sono tenute in questi giorni davanti alle scuole della Sinistra e della Destra Piave.
In alcune occasioni, come a Vidor ma anche nell’iniziativa online di Cornuda, sono stati coinvolti anche gli alunni, i bambini e i ragazzi interessati da una vera e propria rivoluzione nella didattica provocata dall’emergenza sanitaria.
“Siamo pienamente consapevoli che la pandemia debba essere affrontata e sconfitta, ma riteniamo che la chiusura delle scuole, e la successiva introduzione della Dad, sia altrettanto dannosa – avevano spiegato dal comitato – In primis per gli studenti, in quanto comporta un annullamento dei rapporti sociali fondamentali per lo sviluppo psico-fisico dei bambini e dei ragazzi, senza dimenticare il marcato gap di apprendimento tra gli alunni, già sentito nel lockdown della scorsa primavera”.
In molti casi le scuole si sono sentite direttamente chiamate in causa per eventuali inefficienze nella Dad ma il Comitato Genitori Pederobba ci tiene a sottolineare che gli istituti scolastici hanno fatto il possibile per rispondere al meglio al nuovo aumento di positivi al Covid e ai ricoveri che hanno imposto la chiusura delle scuole.
“In questi mesi gli alunni, gli insegnanti e il personale scolastico si sono adattati ai protocolli – concludono – e hanno rispettato in maniera scrupolosa e rigorosa le direttive fornite ma questo non è bastato e ora si vedono relegati ad una modalità di insegnamento che non può essere considerata buona scuola”.
(Foto: per concessione del Comitato Genitori Pederobba).
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