L’ospedale di Montebelluna, inaugurato nella sua nuova veste il 24 febbraio 2014, sarebbe in difficoltà. Numerosi i disservizi subìti dai pazienti: nel reparto di Cardiologia manca un primario da tre anni, non ci sono specialisti in Anatomia patologica e Chirurgia vascolare, l’organico al Pronto soccorso è insufficiente. Inoltre, è stata persa la “banca del sangue”, le liste d’attesa sono sempre più lunghe, non è ancora attivo il servizio di elisoccorso, i parcheggi sono troppo pochi rispetto al numero dei pazienti che, ogni giorno, si reca al “San Valentino”.
Una situazione preoccupate che ha spinto il comitato per l’ospedale a promuovere una raccolta firme e a contattare i sindaci dei Comuni afferenti all’ex Ulss 8: Asolo, Borso del Grappa, Caerano San Marco, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Cornuda, Crespano del Grappa, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Monfumo, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, San Zenone, Segusino, Trevignano, Valdobbiadene, Vidor e Volpago del Montello.
Qdpnews.it ha invitato gli amministratori dei Comuni di Pederobba, Segusino, Valdobbiadene e Vidor a una riflessione su questa delicata situazione, visto che, dopo la chiusura degli ospedali di Asolo, Crespano del Grappa, Pederobba e Valdobbiadene, il “San Valentino” di Montebelluna è il collettore di un grande bacino di utenti trevigiani.
Marco Turato, sindaco di Pederobba, ha affermato: “Nel tempo la Pedemontana ha già dato in termini di servizi (ora chiusi), per questo spero che il paventato depotenziamento dell’ospedale di Montebelluna non si realizzi, dal momento che offre un servizio essenziale al nostro territorio”.
Stefano Verri, vice sindaco di Segusino, ha espresso una puntuale valutazione: “Quanto sta accadendo è l’ennesima dimostrazione di come la politica del risparmio non si rifletta in un miglioramento qualitativo dei servizi per l’utenza finale. I dubbi sugli effetti negativi dell’unificazione delle Ulss periferiche con quelle centrali c’erano prima della nascita dell’Ulss 2. Purtroppo, una direzione centrale perde la visione critica sulle reali esigenze delle periferie”.
“La linea delle unificazioni non è totalmente errata – prosegue Verri – ma, invece di valorizzare le potenzialità e le eccellenze, sta appesantendo le centralità e sfavorendo le periferie, che divengono sempre più disorganizzate e, di conseguenza, perdono attrattività per professionisti di eccellenza e, in generale, per professionisti che prediligono la centralità o situazioni dove l’indipendenza della centralità è superiore”.
“Penso che far sentire lo scontento – ha concluso Verri – da parte di chi, come noi amministratori, raccoglie le voci delle persone che non riescono a farsi sentire ‘in alto’ sia doveroso, anche se la speranza in un cambiamento di visione è qualcosa di remoto. La questione deve essere approfondita in sede di Conferenza dei sindaci per non perdere quello che di eccellente è stato fatto nelle sedi decentrate delle Ulss provinciali”.
Luciano Fregonese, primo cittadino di Valdobbiadene, ha dichiarato: “Ho ricevuto qualche giorno fa il comitato dell’ospedale di Montebelluna, che mi ha illustrato il contenuto della lettera con la quale si evidenziano preoccupazioni sul mantenimento e sul potenziamento di alcuni servizi ospedalieri. So che hanno fatto analoghi incontri con altri sindaci dell’ex Ulss 8″.
Albino Cordiali, sindaco di Vidor e neo-consigliere provinciale, si è espresso in questi termini: “Come cittadino e come sindaco sono molto preoccupato perché a Valdobbiadene ci sono solo degli ambulatori, mentre tutti gli altri ospedali della zona sono stati chiusi da anni. Abbiamo bisogno di un ospedale pienamente efficiente e che sia all’altezza del suo grande bacino di utenti“.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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