“Io non posso fare finta di niente, non funziona che mia figlia è rimasta viva e che l’altra famiglia si arrangia. Voglio scusarmi con la famiglia di Mario Bittante e chiedo il loro perdono”.
Sono queste le parole di Chiara Faccio, mamma di Federica, la 23enne che era alla guida della Mazda coinvolta nell’incidente che ha causato la morte di Mario Bittante, pensionato 64enne residente a Villa Raspa di Asolo. Nell’impatto è rimasta gravemente ferita anche la moglie di Bittante, che è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Le sue condizioni sono apparse da subito gravissime, ma fortunatamente in queste ore sono migliorate. La donna, sempre assistita dai due figli, si sarebbe svegliata e non sarebbe più intubata, e questo fa ben sperare per un suo miglioramento.
La mamma di Federica in queste ore ha voluto esprimere tutta la sua vicinanza alla famiglia affidando a una lettera la rabbia e il dolore per quanto successo quella tragica domenica pomeriggio lungo via Valcavasia (qui l’articolo).
“Chiedo umilmente perdono alla famiglia del signor Mario Bittante – si legge -. Sono la mamma di Federica, la ragazza responsabile dell’incidente che ha causato la morte del signor Mario. So che non serve a nulla chiedere perdono, questo non può far tornare indietro il tempo, ma è l’unica cosa che posso fare in questo momento”.
La madre ha poi spiegato che la figlia era uscita di casa sabato pomeriggio seguita dalle solite raccomandazioni che fanno le mamme quando vedono i figli uscire di casa: “Federica ti raccomando non correre con la macchina, vai piano e torna a casa presto. Ti raccomando non bere” – sono le parole dette dalla donna che poi aggiunge “Quello che può fare una mamma sono solo le raccomandazioni”.
“Le telefonavo di notte ogni due ore chiedendo dove fosse e quanto le mancasse per tornare a casa. Queste però sono inutili quando ti senti rispondere «si si si si». È tutto facile per loro (i figli ndr) che ci lasciano a casa con la pena nel cuore”.
Quelli scritti poi dalla mamma sono la cronaca degli attimi che seguono una tragedia quando entrambe le famiglie coinvolte scoprono quello che è successo. Attimi in cui “arriva una telefonata da un numero sconosciuto e dall’altra parte del telefono c’è una voce che mi dice: ‘Signora sono qui con sua figlia, ha fatto un incidente ma non è nulla di grave, sua figlia sta bene’.
La mamma si fa passare la figlia, che piangendo le dice: “Mamma perdonami, ho fatto un incidente”. “Mi faccio ripassare la signora e chiedo della macchina – si legge nella lettera -, la signora mi dice che si è appena rotta la ruota della parte della guida. Non chiedo se ci sono feriti perché mia figlia mi dice: “Mamma mi ha attraversato la strada un animale”. Chiamo un taxi e mi faccio accompagnare sul posto, dove trovo davanti ai miei occhi un disastro: non so quante auto dei Carabinieri ci fossero. Carabinieri ovunque, camion e auto dei pompieri, auto e moto in fila, tutti in silenzio. Mi avvicino, facendo 100 metri a piedi, trovo mia figlia all’interno dell’ambulanza con l’ossigeno, completamente sotto shock. Mi fanno scendere dall’ambulanza perché in quel momento non ero utile per nessuno, cerco di capire cosa fosse successo e vedo la mia macchina giù nella scarpata completamente distrutta. Mi avvicino ai Carabinieri che mi comunicano il decesso del signor Mario e quello che è successo alla moglie”.
“Da quel momento tutto cambia. Cambia la situazione di una famiglia che vede uscire di casa i propri famigliari per una domenica in montagna senza vederli ritornare e cambia la situazione dall’altra parte per una famiglia con una figlia 23enne che decide di uscire di casa per un normale sabato sera. Sono, è vero, solo una mamma impotente in questa situazione pensando di avere molto coraggio ma che in questo momento si ritrova in ginocchio con le lacrime agli occhi senza avere la forza di poter conoscere i familiari delle vittime. Non si dimenticherà mai questo episodio di vita, porterà per sempre la ferita nel cuore”.
È la stessa mamma a spiegare i motivi dello sbandamento della macchina guidata dalla figlia: “E’ stato un colpo di sonno che le ha impedito di rendersi conto di quanto stesse accadendo in quel momento”.
Chiara si rivolge poi alla famiglia Bittante: “Non pretendo il perdono da parte vostra con questo scritto, perché capisco quello che state provando. Il vostro Mario non tornerà più con voi, mia figlia invece è vicino a me. Da mamma vi dico che non perdonerò mai l’irresponsabilità di mia figlia: non la sto certo giustificando, ma voglio solo comunicare che anch’io vi sono vicina comprendendo il vostro dolore”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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