“Io resto qui: addio” di Giorgio Susana cantato dai bambini della scuola primaria per celebrare il Giorno della Memoria

“Io resto qui: addio!”, il canto musicato nel 2001 da Giorgio Susana su poesia di Giuliano Penco datata 1943, è stata imparata e cantata dai bambini delle classi terza, quarta e quinta della primaria di Orsago.

Su invito della maestra Agostina Pavan, per celebrare il Giorno della Memoria il compositore orsaghese, accompagnato dalla mamma Giuliana, ha raccontato la storia della sua famiglia, della guerra di Russia, di come è arrivato a comporre questo canto.

Lo ha fatto nella tarda mattinata di lunedì 27 gennaio e tornerà il prossimo lunedì, sempre nella palestra della elementare, per riproporre questa particolare lezione di storia e di vita vissuta ai bambini di prima e di seconda.

Mi sono fatto accompagnare da mia mamma Giuliana (che il 28 gennaio ha festeggiato gli ottant’anni) – ha raccontato Giorgio Susana – per parlare ai bambini della nostra esperienza familiare. Perché potessero ascoltare dalla voce di chi ha vissuto quella vicende di storia, vite segnate da tragedie e difficoltà”.

“Nonno Giusto Zanette – afferma – è partito per la Russia il 15 agosto 1942, poco dopo essere andato all’ospedale di Conegliano per salutare per l’ultima volta la moglie Sunta Poloni, che da otto giorni aveva messo al mondo il loro secondogenito, Camillo”.

“E’ partito per la guerra come tanti altri giovani – prosegue. Ha spedito dal fronte varie lettere, che ancora oggi conserviamo. L’ultima l’ha spedita il 6 gennaio del 1943, annotando che per un poco non avrebbe più potuto inviare altre missive. Ha sempre scritto che sarebbe tornato. In esse non ha raccontato degli orrori visti e subiti, forse anche per non far preoccupare i suoi familiari. Mia nonna per tutta la vita lo ha aspettato. Solo negli anni Ottanta è arrivata una comunicazione ufficiale che dava il nonno disperso in Russia”.

“Nonna Sunta – ha proseguito – ben presto ha dovuto rimboccarsi le maniche e andare a lavorare, per crescere mia mamma Giuliana e il fratello Camillo. E’ stata una vita segnata per entrambe, dalla sofferenza e dalle fatiche. Nonna fuori casa tutto il giorno e poi alla sera costretta a svolgere le faccende domestiche. Mamma ha dovuto coniugare lo studio con l’accudire in casa il fratello di due anni più piccolo, rimanendo anche tante ore da sola. Le notizie che arrivavano dal fronte erano terribili”.

“La poesia che ho musicato – illustra Susana – e che nella seconda parte ho insegnato agli alunni è la storia di un soldato, disperso in Russia. In quegli anni dirigevo la Corale Julia di Fontanafredda. Una sera, un corista, un alpino, uno di quelli che è tornato a piedi dalla Russia, mi ha portato la poesia di Giuliano Penco, datata 1943. Ho scoperto allora, che lui, come nonno Giusto, avevano combattuto con gli alpini della Julia”.

“Mi ha chiesto di musicarla. Cosa che ho fatto. E’ un testo struggente, commovente, con il finale aperto alla speranza, quando scrive che tornerà la primavera – conclude. La primavera indica il rifiorire della nuova vita. Ho eseguito il brano al funerale e sulla tomba di nonna Sunta, con il Corocastel di Conegliano, che dirigo. Il 26 gennaio 1943 ci fu la battaglia di Nikolaevka sul fronte Russo e penso, sento che nonno Giusto sia morto in quei giorni di combattimento“.

(Fonte: Loris Robassa © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Agostina Pavan).
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