La Parrocchiale di S. Giovanni Battista di Meduna. La chiesa con i due Tintoretto

La Parrocchiale di San Giovanni Battista di Meduna

Nel centro del paese, nel cuore di quella che fu l’area castellana medievale, riferimento per la comunità che, in epoca serenissima, la volle: è la parrocchiale di Meduna di Livenza, dedicata a S. Giovanni Battista. L’attuale edificio è stato consacrato l’11 febbraio 1545, dal vescovo Egidio Falcetta, alla conclusione di un cantiere che durò parecchi anni.

La Parrocchiale di San Giovanni Battista di Meduna di Livenza – video di Luca Vecellio

Agli inizi del Quattrocento, le lotte intestine al patriarcato di Aquileia prima e la conquista veneziana dopo, rovinarono l’urbanistica medunese e con essa la chiesa consacrata nel 1363, sempre dedicata al Battista.

La comunità di Meduna, allora, si adoperò per edificare un luogo di culto, nel fulcro del proprio paese, che dopo l’opera di assestamento politico-amministrativo fu assegnato dal Governo veneziano alla nobile famiglia patrizia Michiel, che godendo del titolo ereditario di “capitani” sarà presente a Meduna fino al primo Settecento. Gli stessi patrizi contribuirono alla costruzione della chiesa e questo ne giustificherebbe la presenza della tomba di famiglia all’interno e la commissione di due opere al Tintoretto. La prima è una pala d’altare, raffigurante la Sacra Famiglia, il santo eponimo e un committente, ovviamente un Michiel. Di maggior impatto visivo l’altro Tintoretto: l’Ultima Cena. Quadro di notevoli dimensioni, che rappresenta il primo esemplare di un tema caro al pittore, tanto da ripeterlo durante tutto il corso della propria vita. Anche in questo caso la committenza va ricercata nei Michiel, unica famiglia con disponibilità economica e posizione sociale che le favorivano contatto con l’ambiente culturale veneziano e quindi permettevano l’incarico ad artisti di rilievo. La parrocchiale di Meduna si presenta come un edificio molto semplice, con pianta rettangolare ad unica navata.

Il presbiterio, orientato verso ovest, ha forma semicircolare e annesso a questo vi è la sacrestia. A completare il tutto, il campanile trecentesco. Nel corso dei secoli l’edificio ha subito alcuni rimaneggiamenti, senza però perdere la struttura originale e quindi le forme del progetto iniziale. In tempi recenti, l’intervento più invasivo fu il rifacimento completo della pavimentazione, con l’asportazione delle tombe di famiglia che si trovavano all’interno e la creazione di un piano di calpestio uniforme, che purtroppo non lascia alcuna traccia di ciò che lo ha preceduto.

Nel territorio medunese sono venerate altre figure celesti. A Brische troviamo la chiesa di S. Maria, già citata nel 1203. In località Quartarezza la chiesetta dei Santi Michele e Lorenzo. Appena fuori le mura del castello, lungo il corso del canale San Bellino che le lambiva, sorgeva l’omonimo borgo, dove oggi è presente un grazioso capitello che custodisce un’immagine della Madonna addolorata. Legata a questa vi è la “leggenda della Madonna del San Bellino”, che narra della statua trasportata dalle acque del canale all’interno di una vasca in pietra. Alcuni contadini del luogo, vedendola, decisero di tirarla a riva, desiderosi di costruire un piccolo capitello dover conservarla e pregarla. Il mattino seguente, però, l’immagine sacra si fece trovare nei pressi del castello medunese, poco prima della confluenza del canale sul fiume Livenza. I coloni, allora, la riportarono dove fu ritrovata. Ma il mattino seguente l’immagine si era portata nuovamente nei pressi di Meduna. Si decise allora di rispettare la volontà di Maria ed edificare la chiesetta nel luogo da lei scelto.

(Autore: Mauro Fasan).
(Foto e video: Qdpnews.it riproduzione riservata)
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