Il Duomo di Oderzo nella magnificenza di fede, simboli, opere e arte sacra

Il Duomo di Oderzo

La tradizione afferma che il Duomo di San Giovanni Battista sorge sulle rovine di un antico tempio romano dedicato a Marte. Si ipotizza tuttavia che tra il IV e V secolo esistesse una chiesa nella pieve di San Giovanni Battista associata al castello, ma rimane ancora in dubbio che la sua ubicazione corrisponda a quella attuale.

Il Duomo di Oderzo – video a cura di Luca Vecellio

Si è certi invece che nel X secolo la chiesa fosse situata entro le mura del castello, nel luogo esatto dove si trova oggi. Bisognerà attendere il 1235 circa, dopo la distruzione del castello di Oderzo da parte di Treviso, per la realizzazione di un nuovo edificio. Il Duomo fu modificato più volte nel corso dei secoli. L’attuale chiesa risulta comunque essere uno degli stabili più antichi di Oderzo.

Il Duomo oggi si affaccia sulla Piazza Grande di Oderzo ed è una costruzione con tetto a due spioventi e cornice ad archetti a tutto sesto. Sulla facciata si aprono un rosone circolare, due monofore gotiche e un portale rinascimentale architravato e, nella lunetta,un affresco raffigurante la Sacra Famiglia nel riposo durante la fuga in Egitto, ormai compromesso dalle intemperie.

Dedicato a San Giovanni Battista, il Duomo fu consacrato – come ricorda l’iscrizione ora presente in sacrestia –  il 28 ottobre 1536. Con la bolla del 27 marzo 1926, Papa Pio XI nominò il Duomo di Oderzo Chiesa Abbaziale ad honorem, come testimoniato dall’iscrizione posta sulla parete destra della navata.

L’interno del luogo sacro, a un’unica aula con il tetto a capriate lignee, si conclude in un grande arco che introduce al presbiterio. Quest’ultimo, su piano rialzato, ha il coro absidato con cupola ed è affiancato a destra dalla cappella della Madonna e a sinistra dalla cappella del Santissimo Sacramento.

Sulle pareti del Duomo scorrono due fasce affrescate: una, collocata nel sottotetto, datata 1503, raffigurante sirene con le code annodate intercalate da rosoni con i busti dei dodici apostoli; l’altra, più in basso, datata tra la seconda metà del XIV secolo e il  XV secolo, raffigura volute vegetali intercalate da rosoni contenenti figure di Santi.

L’affresco della retro-facciata, realizzato tra il XVI-XVII secolo, è di pittore veneto ignoto, anche se qualche critico lo riferisce a Palma il Giovane. Il dipinto è diviso in nove riquadri: in quello centrale è raffigurato San Giovanni Battista e negli otto riquadri laterali figurano gli episodi della vita dei santi vescovi Prosdocimo, Magno, Floriano e Tiziano, che ressero la diocesi opitergina. Sulle pareti laterali si notano grandi tele, che erano le portelle dell’organo realizzate nel 1548 da Pomponio Amalteo (1505-1588). Esse rappresentano la Resurrezione di Cristo, la Trasfigurazione di Cristo e la Natività.  

L’altare della Madonna è situato nella cappella appartenuta per secoli ai nobili Amalteo: qui si trova l’affresco della Madonna con il Bambino in trono, opera di  Andrea Bellunello, del 1477.

L’altare del Santissimo risulta molto elegante e sembra sia stato realizzato su disegni del Sansovino.

Nella cappella che lo ospita, tra le due finestre, si può ammirare la tela raffigurante la “discesa dello Spirito Santo” opera di Palma il Giovane. Il grande crocifisso del XX secolo, proveniente da Israele, campeggia dietro l’altare davanti al grande organo costruito dalla ditta Mascioni nel 1924. Il Battesimo di Gesù al Giordano, attribuito alla bottega di Jacopo Tintoretto, era la tela dell’altare maggiore fino al grande restauro del 1922/1924. L’opera, di grandi dimensioni,  ha una pregevolissima cornice nella quale, come dei camei, sono incastonate delle piccole pitture che rappresentano alcuni misteri del Rosario.

(Autore: Maria Teresa Tolotto).
(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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